22 Giugno 2006

Aperture domenicali Accordo impossibile

Damani l`inconto con la Regione

Aperture domenicali Accordo impossibile


Pordenone All`incontro con l` assessore regionale al Commercio Enrico Bertossi, per la verifica della prima fase di sperimentazione della aperture domenicali dei negozi, sindaci, sindacati e commercianti pordenonesi si presenteranno ancora una volta con opinioni e suggerimenti diversi. I sindacati, come giĂ  riferito, chiedono la modifica della normativa e addirittura la restrizione del numero dei comuni turistici. L`Ascom che ieri, in vista dell`incontro di domani ha riunito i presidenti mandamentali, è risultata ancora una volta compatta sulla volontĂ  di tenere aperte le serrande il minor numero di domeniche possibile, e vorrebbe modificare la normativa mediando con i sindaci, ma i rappresentanti della grande distribuzione e i primi cittadini dei Comuni dove giĂ  esistono o stanno per nascere centri commerciali la pensano diversamente. Codacons e Federconsumatori sono per le aperture non stop, perchè sostengono che la concorrenza favorisce i consumatori, e la Confesercenti parla addirittura di illegittimitĂ  della norma regionale, che a suo dire penalizza la libertĂ  di impresa. “La Conferenza dei sindaci dei comuni non turistici inoltre – sottoliena Diego Simonetti, segretario provinciale della Confesercenti – è un organismo nuovo, creato ad hoc dalla legge regionale 29, il quale, decidendo a maggioranza, lede l`autonomia degli altri Comuni. La normativa che si sta sperimentando – prosegue – contrasta i principi generali e le finalitĂ  individuate in merito “all`armonizzazione del settore distributivo“. In quanto la struttura normativa così prevista provoca una disarmonizzazione che si concreta giĂ  all`interno di uno stesso punto vendita. Infatti, in una stessa superficie di vendita è preclusa la commercializzazione di prodotti che non rientrano nel settore alimentare (per esemplificare: un supermercato la domenica può vendere la carne e non la carbonella per cuocerla alla griglia o il detersivo per lavare i piatti)“. Siffatta regolamentazione penalizza l`impresa e il consumatore, perchè permette la vedita di certi prodotti e non di altri, senza criterio di indispensabilitĂ . Tant`è che hanno la possibilitĂ  di tenere sempre aperto la domenica i punti vendita che commercializzano mobili, auto, fiori, libri e alimentari. Mentre sono esclusi coloro che vendono abbigliamento, tappeti o articoli d`oggettistica per la casa, moto e altro. Un` esclusione assolutamente incomprensibile. Siamo dell`avviso che, ferma restando la salvaguardia dei diritti dei lavoratori, la possibilitĂ  di aprire la domenica debba essere concessa a tutte le tipologie merceologiche. Sul nostro territorio provinciale, quando le aperture domenicali erano possibili senza particolari restrizioni, le aziende, e non soltanto quelle del comparto alimentare, registravano incassi superiori di quattro cinque volte rispetto a quelli di un altro giorno della settimana . E questo anche in punti vendita di piccole dimensioni“.Pertanto, conclude Simonetti, “riteniamo fondamentale per lo sviluppo dell`intero comparto, anche perchĂ© sta attraversando un momento delicato, di non precludere la facoltĂ , perchĂ© non bisogna dimenticare che di facoltĂ  si tratta, di tenere aperto la domenica, senza alcuna calendarizzazione, dando così a tutte le imprese commerciali, come del resto giĂ  avviene da sempre per i pubblici esercizi, pari opportunitĂ , evitando sperequazioni sul territorio, accrescendo invece la capacitĂ  attratttiva del nostro territorio regionale, disincentivando la fuga di consumi verso regioni contermini e favorendo la crescita occupazionale“.

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