Aperitivi e shopping: è subito ressa
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fonte:
- Leggo
Simona Romanò
Se non fosse stato per i volti semicoperti dalle mascherine, che qualcuno ha calato per un selfie in Galleria, ieri sembrava la solita domenica pre natalizia. E così se da un lato i commercianti esultano, dall’altro i virologi invitano alla prudenza mentre il Codacons protesta per gli assembramenti e chiede l’intervento del prefetto.
La promozione di Milano e della Lombardia in zona gialla con l’ok all’apertura di bar e ristoranti fino le 18 e la libera circolazione fra Comuni e Regioni, purché dello stesso colore – ha permesso alle persone di assaltare il centro e le vie dello shopping. È tornata la folla in Galleria, dove i vigili controllavano il rispetto nelle norme dei negozi, ma non il flusso di persone. È ritornato lo struscio sotto le luminarie in corso Vittorio Emanuele, in corso Buenos Aires, con le macchine in coda o in via Torino, così come a Chinatown. Anche nei quartieri di Brera e delo Ticinese la gente si è riversata per le strade. E un po’ ovunque sono stati inevitabili gli assembramenti. In alcuni punti del centro era impossibile, a volte, mantenere le distanze, fra chi era in coda per fare shopping, chi sostava davanti le vetrine, chi passeggiava o attendeva il proprio turno per l’aperitivo mattutino. Milanesi e cittadini dall’hinterland, liberi di spostarsi senza autocertificazione ed euforici, sono tornati anche a sedersi ai tavoli dei bar, pieni dalla mattina fino alle chiusura: prima la colazione, poi, il via vai per il caffè o l’aperitivo. Tutto esaurito (o quasi) per il pranzo. Una ripartenza che suscita due reazione diverse.
C’è chi esulta, come Confcommercio: «La domenica gialla ha fatto registrare un + 20% rispetto alla precedente». E chiede di aprire i negozi non alimentari dei centri commerciali, che nei weekend hanno ancora le saracinesche abbassate. «Una scelta che, con la garanzia della piena sicurezza, ribadiamo debba essere rivista», dichiara Marco Barbieri, segretario generale di Confcommercio. Poi, dall’altro lato, ci sono gli esperti, come il virologo dell’Università di Milano, nel comitato tecnico scientifico lombardo, Fabrizio Pregliasco, che sgrida «per la troppa euforia». Ricordando «di essere più prudenti o i contagi schizzano, perché il virus circola ancora e ogni contatto che abbiamo ci assumiamo il rischio». Arriva anche la voce del Codacons, che chiede al prefetto di «chiudere le strade affollate» e di aumentare «controlli e multe» ed è pronto a denunciare il Comune «per concorso in epidemia» se non prenderà provvedimenti anti-folla.
riproduzione riservata ®
Se non fosse stato per i volti semicoperti dalle mascherine, che qualcuno ha calato per un selfie in Galleria, ieri sembrava la solita domenica pre natalizia. E così se da un lato i commercianti esultano, dall’altro i virologi invitano alla prudenza mentre il Codacons protesta per gli assembramenti e chiede l’intervento del prefetto.
La promozione di Milano e della Lombardia in zona gialla con l’ok all’apertura di bar e ristoranti fino le 18 e la libera circolazione fra Comuni e Regioni, purché dello stesso colore – ha permesso alle persone di assaltare il centro e le vie dello shopping. È tornata la folla in Galleria, dove i vigili controllavano il rispetto nelle norme dei negozi, ma non il flusso di persone. È ritornato lo struscio sotto le luminarie in corso Vittorio Emanuele, in corso Buenos Aires, con le macchine in coda o in via Torino, così come a Chinatown. Anche nei quartieri di Brera e delo Ticinese la gente si è riversata per le strade. E un po’ ovunque sono stati inevitabili gli assembramenti. In alcuni punti del centro era impossibile, a volte, mantenere le distanze, fra chi era in coda per fare shopping, chi sostava davanti le vetrine, chi passeggiava o attendeva il proprio turno per l’aperitivo mattutino. Milanesi e cittadini dall’hinterland, liberi di spostarsi senza autocertificazione ed euforici, sono tornati anche a sedersi ai tavoli dei bar, pieni dalla mattina fino alle chiusura: prima la colazione, poi, il via vai per il caffè o l’aperitivo. Tutto esaurito (o quasi) per il pranzo. Una ripartenza che suscita due reazione diverse.
C’è chi esulta, come Confcommercio: «La domenica gialla ha fatto registrare un + 20% rispetto alla precedente». E chiede di aprire i negozi non alimentari dei centri commerciali, che nei weekend hanno ancora le saracinesche abbassate. «Una scelta che, con la garanzia della piena sicurezza, ribadiamo debba essere rivista», dichiara Marco Barbieri, segretario generale di Confcommercio. Poi, dall’altro lato, ci sono gli esperti, come il virologo dell’Università di Milano, nel comitato tecnico scientifico lombardo, Fabrizio Pregliasco, che sgrida «per la troppa euforia». Ricordando «di essere più prudenti o i contagi schizzano, perché il virus circola ancora e ogni contatto che abbiamo ci assumiamo il rischio». Arriva anche la voce del Codacons, che chiede al prefetto di «chiudere le strade affollate» e di aumentare «controlli e multe» ed è pronto a denunciare il Comune «per concorso in epidemia» se non prenderà provvedimenti anti-folla.
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