Anziana donna muore dopo un intervento, esposto del Codacons
- fonte:
- La Sicilia.it
Una anziana donna con un blocco intestinale. Un primo intervento, una complessa fase post operatoria, il trasferimento in un altro nosocomio, un altro intervento chirurgico per un nuovo blocco intestinale e infine la morte della donna. Che sarebbe stata causata proprio dalla poca cura con la quale è stato effettuato il primo dei due interventi chirurgici.
E` questo l`iter della vicenda denunciata ieri dal Codacons e ripresa in un esposto presentato dai familiari alla Procura della Repubblica con i quale si chiede il sequestro delle cartelle cliniche e la nomina di un consulente medico-legale.
«La vicenda – spiega l` avvocato del Codacons Isabella Altana – prende l`avvio il 15 novembre scorso quando la signora Angela Grasso, 70 anni viene ricoverata all`ospedale Vittorio Emanuele per forti dolori addominali e sottoposta ad un`operazione d`urgenza per un blocco intestinale. Secondo i medici è andato tutto bene e la paziente è trasferita in terapia intensiva. Ma sei ore dopo è entrata in coma».
«La situazione dunque – recita la nota del Codacons – si aggrava e la donna viene trasferita nell`ospedale Cannizzaro per essere sottoposta a dialisi in quanto la struttura dove è stata operata in quel momento non dispone delle necessarie apparecchiature. Dopo qualche giorno i medici ritengono necessario un nuovo intervento chirurgico per un ulteriore blocco intestinale e in quell`occasione riscontrano che l`addome è pieno di feci in quanto, così affermano, nel corso del precedente intervento non si era proceduto alla pulizia prima di ricucire l`incisione. Il giorno successivo la donna non riesce a superare la crisi e muore».
Da qui, dopo i primi momenti di comprensibilissimo sconforto, la reazione dei figli della donna che ora chiedono giustizia con l`assistenza dell`avv. Isabella Altana dell`Ufficio Legale Codacons Sicilia allo scopo soprattutto di «evitare che si possano ripetere episodi del genere».
Una brutta storia sulla quale per il momento l`azienda ospedaliera Vittorio Emanuele non si pronuncia. «Non abbiamo avuto – spiega il direttore sanitario dell`azienda dott. Paolo Cantaro – alcun riscontro in tal senso attraverso l`Urp nè alcuna comunicazione dalla magistratura. E` chiaro, lo dico anche ai familiari, che si cercherà di fare chiarezza sull`accaduto anche attraverso una indagine interna. Vorrei ricordare che come azienda abbiamo dato vita al «progetto qualità-ascolto» proprio nel tentativo di verificare la tipologia degli esposti e di mettere in atto i necessari correttivi».
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