Anziana con infarto non visitata per ore esposto in Procura dopo le polemiche
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fonte:
- il Tirreno
PISA. Un esposto in Procura in cui si ipotizza il reato di lesioni colpose per la vicenda della pensionata che ha atteso oltre sei ore la visita di un medico al pronto soccorso salvo poi scoprire nella notte che il malore era dovuto a un infarto in corso. Lo annuncia il Codacons riferendo della volontà di alcuni parenti della 74enne – affetta da demenza senile e non in grado di parlare con il personale una volta arrivata a Cisanello – di fare chiarezza affidandosi alla magistratura su quello che è successo il 31 gennaio scorso. Dopo essersi sentita male poco dopo le 15 e arrivata in ospedale, con i parenti invitati a restare a casa a causa del Covid, familiari della pensionata hanno ricevuto la diagnosi di infarto in serata. Nonostante i tentativi telefonici di parlare con il personale, figlia e marito non sono riusciti a conoscere le condizioni della donna nel corso del pomeriggio e con difficoltà anche la sera. «Alle 22.09 finalmente veniamo contattati dalla dottoressa di turno al pronto soccorso che ci dice che ha iniziato a visitarla – è stato il racconto del marito – e vuole sapere da noi il motivo per il quale sia arrivata in ospedale. Mia moglie non può parlare e per ovvie ragioni già certificate non è in grado di dirle quali sono le sue condizioni di salute. Per aver contestato il ritardo della visita la dottoressa interrompe la telefonata e vengo richiamato dopo da un’infermiera Alle 3.32 altra telefonata, sempre dal pronto soccorso: «Sua moglie è stata trasferita nella terapia intensiva cardiologica». La preoccupazione diventa rabbia per i familiari costretti a stare a casa e a cui l’ospedale centellina le informazioni. Il Codacons nell’esposto chiede «di accertare cosa è accaduto quella notte, perché è assurdo che una anziana invalida colpita da infarto debba aspettare ben sei ore prima di essere visitata, e rimanga poi chiusa da sola in una stanza di terapia intensiva, questo solo per i ritardi con cui sarebbero stati eseguiti gli esami clinici sugli enzimi cardiaci facendo sì che, inevitabilmente, un quadro clinico già grave si sia potuto tramutare in un gravissimo danno alla salute». L’Azienda ospedaliera sul punto ha spiegato che all’arrivo in pronto soccorso la pensionata non aveva i sintomi da infarto. «È stata comunque sottoposta a consulenza cardiologica e a tutti gli esami strumentali e diagnostici previsti, sia dal punto di vista neurologico sia cardiovascolare – è stato il chiarimento dell’Aoup -. Dalla consulenza cardiologica è emersa solo la necessità di controllare, distanza, gli enzimi cardiaci e quando questi esami, distanza di tempo, sono risultati alterati, è stata ricoverata nella degenza specialistica. La patologia cardiologica si è quindi presentata nel corso delle ore di osservazione, durante le quali è sempre stata monitorata con la misurazione dei parametri vitali a intervalli regolari e non ha mai presentato i sintomi di una sindrome coronarica acuta necessitante di interventi di immediata rivascolarizzazione, tanto che non è stata sottoposta a trattamento emodinamico ma solo farmacologico». Questa è la ricostruzione sotto il profilo sanitario. Sulla “ruvidità” delle comunicazioni tra familiari e personale Aoup, l’Azienda ammette che «c’è stata qualche criticità e di questo si scusa con i familiari». — Pietro Barghigiani
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