>>>ANSA/ INDUSTRIA: APRILE NERO, GIU’ FATTURATO, ORDINI -12,3%
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- Ansa
ISTAT, MALE MERCATO INTERNO MA E’CRISI ANCHE PER L’EXPORT
(ANSA) – 20 GIU – Peggiorano ancora le condizioni dell’industria italiana, con un giro d’affari sempre più ridimensionato e commesse in caduta libera. Aprile viene archiviato come un mese ‘nero’: dopo il pesante dato sulla produzione l’Istat certifica cali su base annua per fatturato, in diminuzione del 4,1%, e per gli ordini, con un tonfo del 12,3%. A confronto con lo scorso anno a perdere terreno è soprattutto il mercato interno, che registra ribassi del 7% per i ricavi e del 15,3% per gli ordinativi; mentre su base mensile ad affondare i risultati è l’export, solitamente ancora di salvezza dell’economia italiana. Infatti ad aprile le diminuzioni congiunturali più forti arrivano dall’estero, con le vendite in flessione dell’1,4% e le commesse in discesa del 4%. (Insomma il Made in Italy non riesce a equilibrare le negative performance del mercato interno ma anzi rispetto a marzo le aggrava. Guadando al fatturato, su base mensile, scende complessivamente dello 0,5%, risentendo del crollo del 9% per il comparto energetico. A confronto con lo scorso anno fanno registrare perdite quasi tutti i settori, fa eccezione la fabbricazione di mezzi di trasporto che ad aprile beneficia di un’impennata dell’industria cantieristica. Invece a soffrire di più sono l’attività estrattiva (-12,3%) e la metallurgia (-11,5%). Quanto agli ordini, se su marzo calano dell’1,9% su base annua segnano un ribasso a doppia cifra, il terzo consecutivo in termini tendenziali. E sul fronte commesse non c’é voce che si salvi. Il sindacato commenta con preoccupazione i numeri dell’Istat, per il segretario confederale della Cisl Luigi Sbarra i dati “confermano come la recessione in atto stia trascinando l’industria italiana verso un’inarrestabile caduta che sembra non aver fine, con l’aggravante che ormai anche l’export comincia a segnare il passo”. Inoltre secondo la Cisl “il decreto sviluppo è un primo segnale” ma “manca un vero progetto strategico di politica industriale”. Timori vengono anche espressi dai consumatori, con il Codacons che sottolinea la gravità del forte calo annuo registrato dall’alimentare (-6,1%), “ossia di un settore di punta dell’economia italiana costituito da beni necessari”. Si tratta di un ribasso, spiega l’associazione, che dimostra come “le famiglie non hanno più soldi per mangiare”.(ANSA).
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