>>>ANSA/ Banche: ultimatum vicepremier a Tria, firmi dl rimborsi
-
fonte:
- Ansa
Verso emanazione in settimana. Di Maio, no a veti su Paragone
ROMA
(di Andrea D’Ortenzio) (ANSA) – ROMA, 25 MAR – Prosegue e sale di tono il pressing dei vicepremier Salvini e Di Maio sul ministro dell’economia Tria per firmare il decreto sui rimborsi ai risparmiatori delle banche colpiti dalla crisi. Un intervento per il quale la legge di bilancio aveva stanziato 1,5 miliardi ma che necessita di una norma di attuazione ministeriale, slittata più volte a causa di ritocchi per non incappare nella sanzione Ue. Ma sul tappeto c’è anche l’avvio dei lavori della commissione d’indagine sulle banche con la nomina del presidente, un ruolo per il quale il M5s vuole Gianluigi Paragone, meno gradito agli altri partner di governo. “Il Movimento – ha tuonato Di Maio parlando con i giornalisti a Matera – considera inaccettabile il veto su Gianluigi Paragone alla guida della Commissione d’inchiesta sulle banche”. Il primo nodo rimane quello dei rimborsi ai risparmiatori. In Estremo Oriente per un giro fra gli investitori, che culminerà nella partecipazione alla ‘Davos d’Asia’, Tria dovrebbe comunque firmare il decreto dopo il suo rientro in Italia giovedì. Il testo infatti soddisfa i paletti e le richieste di chiarimento arrivate dalla Ue che voleva evitare un aggiramento delle norme sul bail in, dicendosi d’accordo al rimborso in caso di ‘misselling’ ovvero vendita scorretta ma ponendo la condizione di accertarlo. Con la Commissione Ue quindi, verso la quale l’Italia ha registrato un successo (benchè non si sappia ancora se arriverà il ricorso) nella decisione sull’intervento del Fitd, le incomprensioni sono state superate. Anche il sottosegretario al Mef Alessio Villarosa ha assicurato che il decreto arriverà nei prossimi giorni, essendosi svolto il dialogo con Bruxelles, sarà esteso alle 4 banche azzerate e saranno sciolti anche i dettagli sull’uso della Consap per erogare i rimborsi. Il ritardo nell’emanazione del decreto di attuazione stava provocando malumori sempre più evidenti fra le associazioni dei risparmiatori e un imbarazzo nelle file della maggioranza che temeva un nuovo caso di ‘promessa non mantenuta’ come quello del Tap o dell’Ilva. Il tema banche è stato infatti uno dei cavalli di battaglia dell’opposizione nella scorsa campagna elettorale e proprio la risoluzione delle 4 banche, il caso Mps e poi la liquidazione delle venete, a detta di molti, ha provocato lo smottamento del Pd nelle regioni dove insistevano gli istituti di credito. Per il Codacons tuttavia anche ora si sta svolgendo “nn ignobile teatrino a danno dei consumatori”: secondo l’associazione solo per le banche venete (Popolare di Vicenza e Veneto banca) e per i 4 istituti sottoposti a risoluzione (Banca Marche, Banca Etruria, Carife e Carichieti) il danno complessivo subito dai risparmiatori supera quota 15,6 miliardi di euro e investe quasi 220mila piccoli azionisti e obbligazionisti, con una perdita media pari a 71.604 euro a risparmiatore. Anche per questo il vicepremier Salvini dopo le parole crude di sabato a Cernobbio (“mi sono rotto le palle di aspettare l’Europa”) è tornato a insistere: “Tria firmi o li firmiamo noi”. Un appello al quale è seguito subito quello di Di Maio: “Il rimborso deve arrivare subito, questo non va messo nemmeno in discussione”, ha detto. Di Maio è tornato a chiedere il varo urgente della nuova commissione d’inchiesta sulle banche che dovrebbe essere presieduta da Paragone (M5s), una priorità meno condivisa dall’alleato leghista.(ANSA).
-
Sezioni:
- Rassegna Stampa
-
Aree Tematiche:
- BANCA