15 Luglio 2021

Ania, rc auto in calo dal 2012. Consumatori critici

Dal 2012 il prezzo medio dell’rc auto è diminuito da quasi 570 euro a 367 euro. Si è ridotto il gap con gli altri paesi europei. Ma serve una riforma per ridurre i costi di sistema e rivedere il meccanismo del Bonus Malus. È quanto ha detto oggi Maria Bianca Farina, presidente dell’Ania (Associazione nazionale fra le imprese di assicurazione) all’Assemblea annuale di quest’anno.

Rc auto, i dati dell’Ania

«Negli ultimi dieci anni, il prezzo medio r.c. auto è diminuito da quasi 570 euro nel 2012 a 367 nel marzo 2021 – si legge nella relazione Ania – Il gap con gli altri Paesi europei si è ridotto di quasi l’80% (da 208 euro nel 2013 a 47 nel 2020); anche il divario territoriale tra province si è ristretto significativamente (il divario Napoli-Aosta si è ridotto del 40%). A fronte di questi importantissimi risultati, tuttavia, abbiamo la consapevolezza che ci sia ancora lavoro da fare. Sono maturi i tempi per arrivare a una riforma del ramo lungo due direttrici: da una parte, incrementare l’accessibilità, riducendo i costi complessivi del sistema e annullando i divari ancora esistenti e, dall’altra, ripristinare i valori fondanti di equità e premialità del sistema, attraverso una riforma del Bonus Malus che ha di fatto perso l’efficacia del suo ruolo».
Il commento dei Consumatori

Su rc auto e revisione del bonus-malus si soffermano le prime reazioni dei Consumatori. Per il Codacons la riduzione delle tariffe rc auto pubblicizzate dall’Ania «sono del tutto insufficienti, poiché tra il 2020 e il 2021 i prezzi delle polizze sarebbero dovuti crollare come effetto della minore incidentalità».

«A fronte di una riduzione del 40% degli incidenti stradali nel 2020 le tariffe rc auto sono calate lo scorso anno solo del 6%, dando vita ad un evidente squilibrio e ad una beffa a danno dei cittadini – spiega il Codacons – Gli automobilisti italiani hanno subito nel 2020 un danno economico sul fronte dell’Rc auto pari a complessivi 3,9 miliardi di euro a causa dei divieti agli spostamenti previsti dalle misure legate all’emergenza Covid, per un totale di circa 100,8 euro ad assicurato, cifra che ovviamente risulta più elevata per i residenti delle città del sud e per i neopatentati, che pagano tariffe più salate. Le compagnie di assicurazioni hanno incrementato i propri profitti grazie al crollo dell’incidentalità sulle strade italiane e ai limiti agli spostamenti, mentre gli italiani hanno continuato a pagare le polizze nonostante le auto rimanessero ferme nei garage, determinando uno squilibrio ad esclusivo vantaggio delle imprese assicurative stigmatizzato anche dall’Ivass nella sua ultima relazione».

L’Unione Nazionale Consumatori si sofferma sulla proposta di revisione del bonus-malus.

«Una richiesta che ha dell’incredibile. Decisamente stravagante – commenta il presidente dell’associazione Massimiliano Dona – In pratica, prima ci chiedono di essere virtuosi, per premiare chi causa meno incidenti, poi siccome lo siamo diventati, allora ci dicono che il bonus malus ha perso efficacia, insomma, è superato! Siccome ormai, secondo i dati Ania relativi al 2019, l’84% degli assicurati è in prima classe di bonus-malus, allora propongono di revisionare il meccanismo, che tradotto vuol dire facciamone a meno! Ci piacerebbe capire come intendono sostituirlo».

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