21 Maggio 2010

“Anche Venezia sa far di conto” La pagella corretta vale un “29”

Arrivare secondi ci sta; essere bocciati proprio no. Quella pagella Venezia non la digerisce proprio. E idealmente la rispedisce al Coni: «Irricevibile». Un po’ come la mancata stretta di mano, subito dopo la delibera del consiglio nazionale del Coni, tra il direttore generale Federico Fantini e il segretario generale del Coni (e dei comitati olimpici europei) Raffaele Pagnozzi, che l’ ha rifiutata. Per un momento il Comitato promotore di Venezia 2020 deve aver preso in considerazione anche l’ ipotesi estrema, quella dei genitori degli studenti bocciati: ricorso al Tar Lazio. Del resto dovrà già occuparsi del solito, immancabile (e inutile) ricorso del Codacons. Ma difficilmente si agirà in questa direzione (del resto il direttivo del Comitato, con gli amministratori locali e il presidente di Confindustria Veneto, Andrea Tomat, non si è ancora riunito. Lo farà quanto prima; e qualsiasi decisione sarà presa allora). La strada che si sta valutando, e che sembra avere le maggiori chance, è un’ altra: affidare il dossier a uno o due advisor internazionali specializzati nella valutazione dei progetti dei grandi eventi internazionali, sportivi e non. E chiedere a loro di applicare i criteri del Cio al dossier presentato al Coni. A proposito di gioco, e di Giochi perduti, ieri ne abbiamo promosso uno, vincendo non poche ritrosie, per fare un ragionamento sui numeri, non meno «scientifico» di quello del Coni, come l’ ha definito Giovanni Petrucci. Oppure niente affatto scientifico, come del resto quello del Coni. Ma non più arbitrario. Anche senza entrare nei dettagli delle 24 sottovoci, basta rileggere i voti in pagella per le 11 grandi materie del Cio. Roma ha ottenuto quasi sempre il massimo (infatti il totale fa 32,3 su 35). Opinabile, ma nessuno pensa di fare le pulci ai voti di Roma. Basta farle ai voti di Venezia. Le voci considerate inaccettabili sono ovviamente quelle con i voti più bassi. Come il 2,5 alle infrastrutture, la metà del massimo. Autostrade pronte e in costruzione, tangenziali, bretelle. Perché non un 3,4? E così gli impianti sportivi, valutati 2, la metà del massimo. Qualche impianto mancava? E allora perché non un 3, almeno, sul massimo di 4? E così il villaggio olimpico, moderno, energeticamente avanzato, al centro del quadrante olimpico. Perché 2,3 anziché il massimo di 3? Cervellotico l’ 1,5 per gli alloggi, un terzo del massimo, stravolgendo la griglia del Cio, che ognuno può leggere. Trasporti bocciati, tempi di percorrenza calcolati sulle distanze e non sulla scorrevolezza. L’ aeroporto che non vale nulla, come le precedenti esperienze in eventi internazionali. E perfino la sicurezza, addirittura inferiore a Roma, tra i più ambiti obiettivi del terrorismo internazionale. Rimessi in fila i voti ritenuti congrui, il totale fa 29,2. Opinabile, naturalmente. Ma ben più alto della sufficienza.

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