25 Luglio 2008

Anche Padova nel blocco per fermare la Ederle 2

DAL MOLIN. Martedì l`udienza davanti al Consiglio di Stato: padovani preoccupati per il futuro dell`acquedotto

Anche Padova nel blocco per fermare la Ederle 2
Variati: “Abbiamo il dovere di difendere la più grande falda del Veneto“ Schio scrive al governo: “L`aeroporto va mantenuto con l`attuale pista“

Si allarga il blocco contrario al Dal Molin a stelle e strisce. Il sindaco Achille Variati arruola un altro alleato: è Flavio Zanonato, sindaco di Padova, la cui giunta ha deliberato di costituirsi in giudizio al Tar e al Consiglio di Stato per far valere le ragioni del No. La preoccupazione della giunta patavina è focalizzata sull`impatto che la base Usa potrebbe avere sull`acquedotto. I rubinetti dei padovani sono alimentati dalla grande falda acquifera che si estende a nord del capoluogo. Per pescare l`acqua dal sottosuolo e pomparla verso Padova, il Comune patavino possiede alcune proprietà nell`oasi di Villaverla, a Novoledo: “Dalla realizzazione delle opere per l`ampliamento dell`insediamento militare statunitense potrebbero risultare compromesse le proprietà del Comune di Padova situate in zona confinante con l`area di intervento“, si legge nella delibera approvata dalla giunta Zanonato. L`appuntamento è per martedì 29 luglio, quando il Consiglio di Stato deciderà se confermare o bocciare la sospensiva decisa dal Tar Veneto a giugno. Variati mostra soddisfazione: “Il nostro territorio ha le più importanti risorgive del Veneto e noi amministratori abbiamo il dovere di preservare il bene acqua, per i nostri cittadini di oggi e per quelli di domani. Vicenza e Padova si preoccupano non solo per il proprio territorio comunale, ma per un bacino ben più grande, perché un eventuale danno alla falda acquifera che sta sotto di noi avrebbe conseguenze davvero gravi e diffuse. Come è sempre più evidente a tutti, a muoverci non è affatto l`antiamericanismo, ma una doverosa e sempre più condivisa preoccupazione per il nostro ambiente“. Il blocco anti-base vede ora schierati il Codacons, l`Ecoistituto veneto, i comitati, i Comuni di Vicenza e Padova, la società Aeroporti vicentini. A chi gli chiede di commentare la presenza di un Comune extra-vicentino come Padova e l`assenza di un Comune contermine come Caldogno, Variati risponde: “Con noi ci sono i coraggiosi“. Parallelamente prosegue la battaglia per salvare l`aeroporto civile e l`attuale pista di volo. A Roma, all`indirizzo del premier Silvio Berlusconi, dei ministri Altero Matteoli e Ignazio La Russa e dell`Enac stanno piovendo lettere a go-go per dire no all`opzione ovest e sì al mantenimento dell`attuale aeroporto. Dopo la società Aeroporti Vicentini, la Camera di commercio e molte categorie economiche, ora scendono in campo anche alcuni Comuni. È il caso di Schio, che ha telegrafato a Roma la richiesta che “sia mantenuta intatta l`attuale pista di volo, l`area dell`aeroporto Dal Molin, con tutte le potenzialità oggi in essere, e che, contestualmente siano rese disponibili quelle infrastrutture aeroportuali quali torre di controllo, taxi-way, hangar, piazzali lasciate libere dall`aeronautica militare, in modo da permettere lo sviluppo dell`attività aeroportuale civile supportate dall`attuazione di un nuovo piano industriale“. Dopo Schio, altre amministrazioni comunali sarebbero in procinto di scendere in campo. È una corsa contro il tempo.

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