6 Maggio 2009

Ambientalisti e gestori dei lidi contro il porto

CASTEL VOLTURNO Ambientalisti e gestori dei lidi balneari scendono in campo contro l’ampliamento del porto turistico di Pinetamare, a Castelvolturno. Temono, infatti, che pregiudicherà definitivamente il già compromesso equilibrio del litorale domizio. In particolare, sostengono che la nuova struttura modificherà il gioco delle correnti, aggravando l’erosione del litorale a sud della stessa, già in atto da tempo. Hanno per questo presentato le proprie osservazioni alla valutazione di impatto ambientale che i progettisti sottoporranno all’attenzione della commissione regionale. Oggi il fronte del no ha convocato una conferenza stampa ad Ischitella. Obiettivo: rendere pubblici i timori e le perplessità che accompagnano l’opera, nonostante le rassicurazioni che sono state fornite dalla Regione Campania, quando nel 2007 annunciò in pompa magna la realizzazione del nuovo porto da parte della società Mirabella degli imprenditori Coppola. «Saranno impiegati materiali da costruzione locali come il tufo, oltre al cotto e al legno», fecero sapere all’epoca da palazzo Santa Lucia. «La facoltà di Ingegneria aggiunsero ha condotto un approfondito e ampio studio sui fenomeni erosivi della fascia costiera, in modo tale da impedirne di nuovi, riequilibrando quelli del passato».  Dichiarazioni improntate ad eccessivo ottimismo e piuttosto azzardate, secondo Stefano Tonziello, del Codacons. Ricorda: «La nuova marina sorgerà in ampliamento del porto di San Bartolomeo, che fu costruito abusivamente dai Coppola nel 1984, nell’ambito di quello scempio su vasta scala che è stata la realizzazione del Villaggio Coppola. Lo scalo di San Bartolomeo, unitamente a fenomeni climatici, ha fatto sì che, nel corso degli anni, almeno 150 metri di spiaggi a a sud siano letteralmente scomparsi. I gestori dei lidi hanno riportato danni per milioni di euro. Contemporaneamente, a nord della darsena, la modifica del gioco delle correnti ha provocato un anomalo apporto di sabbia, pe cui la spiaggia si è allungata di 300 metri».  Fenomeni che, secondo il Codacons, l’Assobalneari, Legambiente e il Wwf, non potranno che essere aggravati dal nuovo porto, che sarà molto più grande del precedente: 1200 posti barca(25 dei quali per i pescherecci, 6 per gli aliscafi e il resto per le imbarcazioni private), invece che 500 , su un’area in concessione di 756.000 metri quadrati; 1000 metri di lunghezza della diga di sopraflutto, 250 di quella di sottoflutto; 450.000 metri quadrati di specchio d’acqua. «Di tutto abbiamo bisogno qui, meno che di una tale struttura faraonica sostiene Alessandro Gatto, del Wwf Campania anche quest’anno i prelievi dell’Arpac bocciano il mare casertano. Per 32 chilometri di costa su 41 non è balneabile, a causa dell’inquinamento.In queste condizioni, un porto che accoglierà 1200 barche finirà col compromettere ulteriormente l’ecosistema marino. Le priorità sono altre: adeguare i depuratori e risanare finalmente i Regi Lagni». Fabrizio Geremicca Codacons e Wwf Per le due associazioni i nuovi moli sarebbero troppo invasivi e potrebbero creare danni alla costa
 

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