“Altri due anni di allarme gas“
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fonte:
- La Stampa
“Altri due anni di allarme gas“
Miracoli non se ne fanno e un sistema energetico in allarme rosso semi-permanente, come quello italiano, non potrà rimediare ai suoi guai dall`oggi al domani. Così, ieri il ministro dello Sviluppo economico Pierluigi Bersani, nel presentare un primo insieme di misure per affrontare l`emergenza gas, non ha potuto promettere un`uscita facile dalla crisi, anzi ha detto che ci sarà da soffrire ancora per due anni, anche perché nel metano (divenuto la nostra principale fonte di produzione di elettricità) è previsto un ulteriore e inevitabile aumento dei consumi, pari a 3 miliardi di metri cubi. Solo fra tre anni, quando saranno stati potenziati i gasdotti dalla Russia e dall`Algeria e saranno stati realizzati (si spera) alcuni rigassificatori lungo le nostre coste, avremo la disponibilità di materia prima che ci serve. Fra l`altro, ieri sul fronte degli approvvigionamenti è arrivato qualche segnale positivo dall`Ucraina, Paese di transito del gas russo che quest`inverno ha avuto una lunga diatriba con Mosca, di cui abbiamo le conseguenze in Italia con imprevedibili interruzioni delle forniture. La premier ucraina Yulia Tymoschenko ha preannunciato la firma a breve di “un nuovo patto con Russia e Turkmenistan“ (altro grande produttore di area ex sovietica). Certo non è ideale per l`Italia dover dipendere per le sue forniture di metano dai rapporti che intercorrono fra Paesi stranieri cronicamente instabili. Il piano illustrato ieri da Bersani segue a grandi linee la politica energetica del governo di centrodestra. Non esclude di ricorrere, in emergenza, alla norma “taglia riscaldamento“ adottata lo scorso febbraio per ridurre la temperatura di case e luoghi di lavoro in inverno. Continua inoltre a fare assegnamento sui contratti di fornitura “interrompibili“ per le imprese, e sull`uso di olio combustibile (molto inquinante) al posto del gas quando il metano manca; poi il ministro intende ampliare lo stoccaggio aprendo nuovi depositi con più pressione. Inoltre si cercherà di potenziare più rapidamente i gasdotti dall`Est Europa e dal Nord Africa; i benefici si vedranno dal 2008 e Bersani ha trovato al riguardo il pieno assenso dell`amministratore delegato dell`Eni, Paolo Scaroni: “Accelereremo il più possibile l`aumento delle capacità dei nostro gasdotti Tag e Ttpc“. La proposta più delicata fra quelle di Bersani è il provvedimento, annunciato a breve, per far pagare di più il trasporto di gas destinato alla produzione di energia elettrica (forse solo quando scatta l`emergenza); lo scopo è impedire che si ripeta il fenomeno di quest`inverno, quando l`elettricità in Italia scarseggiava ma alcuni produttori la esportavano perché in determinati momenti conveniva così. Far pagare di più il gas extra eventualmente destinato a questo scopo è lodevole, ma si può nutrire qualche dubbio sulla sicurezza del ministro che questo sovrapprezzo sul trasporto “non avrà impatto sulle tasche dei consumatori“: è raro che l`aumento di un costo industriale non ne abbia, in una maniera o nell`altra; a meno che non venga sterilizzato da interventi politici. Ma gli interventi politici sul mercato del gas sono già troppi, secondo l`Aiget (associazione italiana dei grossisti di energia e trader) che in una lettera alla Commissione europea denunciano: “La liberalizzazione del metano italiano è a rischio“, perché “gli interventi dell`Autorità per l`energia, nel tentativo di tenere bassi i prezzi per i clienti finali nel breve termine, compromettono la nascente concorrenza e apertura del mercato nel settore“. Pur senza convenire su questo punto specifico, da parte dei consumatori anche il Codacons chiede a Bersani di puntare soprattutto sulla concorrenza come mezzo per risolvere i problemi dell`Italia nell`energia, anche separando Snam Rete Gas (che ha i gasdotti) dall`Eni.
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