10 Febbraio 2002

Alluvione, gazebo oggi a Terranova

RACCOLTA DI FIRME CONTRO CHI RITARDA L´ARGINE

Alluvione, gazebo oggi a Terranova

CASALE MONFERRATO


Oggi a Terranova il Calca (Comitato alluvionati casalesi) allestisce un gazebo per distribuire volantini e raccogliere firme da consegnare al Codacons e valutare l´opportunità di procedere a una diffida nei confronti di chi sarà riconosciuto colpevole di aver causato ritardi alla progettazione e ai conseguenti lavori di messa in sicurezza a protezione della frazione. L`iniziativa è stata ribadita anche dopo le risposte ottenute dal vicesindaco Ettore Coppo e dal presidente della Circoscrizione Giovanni Martinotti nell´incontro con l´ing. Condorelli e il geom. Di Mascio del Magispo, ad Alessandria. Martinotti ha relazionato al quartiere e ai comitati nella stessa serata spiegando che il progetto di arginatura è quasi terminato e che dovrà passare al vaglio della Conferenza dei servizi. Sui soldi disponibili (8 miliardi già accantonati e 5 garantiti dall´assessore regionale Caterina Ferrero) non ci dovrebbero essere problemi e l´auspicio è che il cantiere possa aprirsi per giugno. Veramente, al Magispo si parla più genericamente di «inizio estate». Giovanni Martinotti e il vice della circoscrizione Marco Deambrogio hanno anche incontrato il prefetto Vincenzo Pellegrini che si è impegnato, non appena il progetto dell´argine sarà pronto, di fare il possibile per accelerare l´appalto. L´argine dovrebbe portato a livello lungo tutto il tratto di otto chilometri, allargato da 4 a 6 metri e innalzato di 65 centimetri. In alcuni punti critici, poi, si procederà anche alla diaframmatura, con fondamenta rafforzate. Non sono mancati momenti di tensione all´assemblea dell´altra sera a Terranova, in cui certamente l´incertezza sulle date del prossimo acconto di indennizzo e su quelle riguardanti i lavori esercita un´indiscutibile tensione. Proprio per entrare nel merito delle opere che daranno l`effettiva sicurezza al territorio, il Coordinamento dei comitati, presieduto da Gianfranco Bergoglio, ha convocato l´altro giorno un incontro tecnico per affrontare le questioni del Pai (piano di assetto idrogeologico). Hanno partecipato, tra gli altri, l´assessore regionale Cavallera, il senatore Piccioni, il sindaco di Casale Mascarino, l´assessore provinciale Filippi e quello comunale Merlo, esponenti di associazioni agricole, Parco del Po, Legambiente e Wwf. Tra l´altro su questi temi, il dirigente regionale della Difesa del suolo, ing. Piero Telesca, ha dichiarato disponibilità a un confronto per il 18 febbraio a Torino. È fondamentale discutere in questa fase, prima della Conferenza programmatica sul Pai che dovrebbe svolgersi entro fine mese. Ec è indispensabile che sindaci e comitati, insieme, facciano sentire il peso della loro autorevolezza perché il Pai, alla fine, sia il più possibile rispondente alle garanzie di sicurezza attese e auspicate. «Il piano stralcio del Pai che riguarda il nostro territorio – ha detto Bergoglio – contiene elementi vaghi». Da qui la necessità di chiarirli, nel loro insieme e negli aspetti specifici come lo sono ad esempio le aree di espansione. «Di massima – prosegue Bergoglio – noi non siamo contrari, ma respingiamo l´idea che siano progettate sostanzialmente nel nostro territorio e non anche a monte». Un intervento scientifico è stato svolto dal professor Greppi, docente di Idraulica alle università di Torino e di Venezia. Intanto, il senatore Angelo Muzio ha ottenuto di discutere in Senato della questione alluvione, dal momento che gli è stata accordata una risposta a quesiti che egli aveva sollevato in un´interrogazione datata agosto 2001. Ovviamente, da allora c´è passata di mezzo la Finanziaria. Ma Muzio ha colto l´occasione per aggiornare l´argomento su un aspetto di particolare attualità: il prossimo incontro del 1° marzo, finalizzato al riparto dei fondi disponibili. «Ci sono Regioni – ha detto – che hanno presentato alla Protezione civile richieste dettagliate che visualizzano le caratteristiche dei danni a imprese agricole, attività produttive e privati cittadini; altre Regioni che chiedono risorse per infrastrutture senza averle deliberate e progettate». È ovvio che alle prime, sottolinea Muzio, va dato il privilegio della priorità nell´assegnazione dei fondi.

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