Allarme “Paranormal Activity”

Segue dalla prima pagina L’ allarme è lanciato da diverse associazioni dopo decine di segnalazioni: da Napoli parlano addirittura di interventi del 118 per episodi di attacchi di panico o stati catatonici. Il Codacons sta «studiando azioni legali a tutela degli spettatori minorenni del film Paranormal Activity . I casi accertati di attacchi di panico e gli altri effetti psicologici registrati nei minorenni, legati alla visione della pellicola – spiega l’ associazione dei consumatori in una nota – dimostrano chiaramente l’ esigenza di vietarne la visione ad un pubblico di età inferiore ai 18 anni». Un’ esagerazione o il film è così spaventoso? Un’ operazione commerciale o un allarme giustificato? Di certo, per ora, ci sono gli incassi: nel primo weekend in Italia il film ha totalizzato 3.668.000 in 400 sale. L’ horror dello sconosciuto Oren Peli – costato 15.000 dollari e diventato oggetto di culto dopo il passaparola cominciato da Steven Spielberg – ad oggi ha raggiunto un incasso totale vicino ai 150 milioni di euro. Botteghini o meno, in Italia se ne sta parlando. Non tanto per la banalissima trama, che racconta le notti dentro una casa (quella del regista) di due protagonisti alle prese con strani rumori nei lunghi piani sequenza, quanto per gli effetti della pellicola sugli spettatori. «E’ necessario rivedere le modalità di giudizio con cui vengono assegnati i divieti», la richiesta di Elisabetta Scala, responsabile Osservatorio media del Movimento genitori. I minorenni che hanno subìto effetti legati alla visione del film ora «potrebbero richiedere il risarcimento dei danni in tribunale», insiste il Codacons. E il ministro dei Beni culturali Sandro Bondi si riserva una verifica sul film e di adottare «provvedimenti necessari per tutelare i bambini». Ma attenzione: basta fare un giro tra Facebook e forum vari per capire che P aranormal Activity fa anche «ridere». Una volta c’ era The Blair Witch Project a fare tanto rumore per nulla. A distanza di 11 anni è ancora lo stesso film.

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