18 Luglio 2011

Allarme Istat. In Italia oltre 8 milioni di poveri

 
 

ROMA. In Italia i poveri superano quota 8 milioni, il 13,8% dell’intera popolazione. Si tratta di quasi 3 milioni di famiglie in difficoltà (l’11% del totale). Il rapporto annuale dell’Istat sulle condizioni di vita nel 2010 rivela, così, come una larga fetta di italiani si trovi sotto la soglia della povertà relativa, e va avanti potendo contare su una spesa mensile inferiore ai 992,46 euro al mese. Ma non finisce qui: l’Istat stima che tra gli 8 milioni d’indigenti ci sono 3 milioni di persone (più di un milione di famiglie) definite "poveri tra i poveri", l’ampia schiera di cittadini che vive di stenti, tecnicamente in povertà assoluta, senza le disponibilità per conseguire standard di vita "minimamente accettabili".
Rispetto al 2009 l’Istituto di statistica sottolinea come in Italia "la povertà risulti sostanzialmente stabile", sia in termini relativi che assoluti. Anche se, guardando nel dettaglio i dati, si notano alcuni ritocchi all’insù, con il numero di bisognosi che supera quota 8 milioni. Ma, sopratutto, dietro un quadro complessivo quasi invariato si nascondono sofferenze sempre più forti per alcune fasce di popolazione. In particolare, la povertà relativa aumenta tra le famiglie di 5 e più componenti, tanto che risulta indigente quasi un nucleo numeroso su tre. Le condizioni peggiorano anche tra quelle con membri aggregati, come quei nuclei che vedono l’inserimento del genitore anziano nella famiglia del figlio.
Scontano maggiori privazioni anche i nuclei monogenitore, quelli che hanno a capo un lavoratore in proprio e le coppie di anziani con un solo reddito da pensione. Insomma, gli effetti della crisi hanno colpito sopratutto chi già andava avanti a fatica. Basti pensare che nel Mezzogiorno l’incidenza della povertà relativa sale nel 2010 al 47,3% dal 36,7% del 2009 nelle famiglie con tre o più figli piccoli. In generale, i livelli più alti di povertà (oltre il 40%) si riscontrano tra i nuclei che non possono contare su un reddito da lavoro o su una pensione. A livello territoriale è l’Italia meridionale a soffrire di più, affermandosi come la "patria" dei poveri, visto che assorbe 5,6 milioni di indigenti, ovvero il 68,2% del totale. Non a caso la Regione che sconta l’incidenza più alta (28,3%) è la Basilicata, mentre quella che se la cava meglio risulta la Lombardia (4,0%).
E non é tutto: la condizione di miseria, infatti, tocca in Italia circa una famiglia su cinque. L’Istat spiega che il 18,6% dei nuclei è povero (11%) o quasi (7,6%), ovvero si avvicina alla soglia limite. Consumatori e sindacati commentano con preoccupazione le cifre emerse dall’indagine. La Cgil sottolinea che "la manovra colpirà proprio le fasce più deboli", e sulla stessa linea Cisl e l’Ugl. Il Codacons parla "di dati incompatibili per un Paese civile". E appaiono allarmate anche le associazioni degli agricoltori, con la Cia che calcola come "due famiglie su cinque siano costrette tagliare la spesa alimentare"; mentre la Coldiretti fa notare che riducendo di appena il 20% gli sprechi di cibo si potrebbero sfamare gli 8 milioni di poveri.
 
 
 
 

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