Allarme istat. continua la flessione della produzione industriale
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fonte:
- La Sicilia.it
Roma. Oltre un quarto degli italiani è a rischio povertà o esclusione sociale. Il reddito familiare infatti continua a diminuire e aumenta il divario tra ricchi e poveri, con il 20% delle famiglie più povere che detiene appena l’ 8% del reddito totale. È l’ allarme lanciato dall’ Istat, che ha anche certificato il quinto calo congiunturale del Pil nel terzo trimestre e la flessione della produzione industriale. Continua inoltre, fa sapere la Banca d’ Italia, il calo dei prestiti delle banche. Il 28,4% delle persone residenti in Italia, secondo il rapporto dell’ Istat «Reddito e condizioni di vita» sul 2011, è a rischio di povertà o esclusione sociale. Un dato in crescita (+3,8 punti rispetto al 2010) e superiore a quello medio europeo (24,2%), a causa soprattutto dell’ aumento della quota di persone a rischio povertà (19,6%) e di quelle che soffrono di severa privazione (11,1%). Il rischio povertà cresce più al Sud, nelle famiglie monoreddito, dove la fonte principale di reddito è da lavoro, tra coppie con figli e i monogenitori. Le famiglie si trovano infatti a dover fare i conti con un reddito sempre più basso: metà delle famiglie italiane ha percepito nel 2010 meno di 2.037 euro al mese e il reddito famigliare mediano è diminuito di circa mezzo punto percentuale. La situazione è particolarmente pesante nel Sud e nelle Isole, dove i redditi sono più bassi del 27% rispetto alla media nazionale. E come se non bastasse, si allarga la disuguaglianza tra ricchi e poveri, con il 20% dei redditi più alti che detiene il 37,4% del reddito totale e il 20% dei più poveri appena l’ 8%. Secondo Coldiretti, inoltre, in 12 mesi è anche raddoppiata (al 12,3%) la quota di italiani che non possono permettersi un pasto completo adeguato almeno ogni due giorni. A questo quadro si aggiunge il continuo calo dei prestiti delle banche al settore privato che, ad ottobre – secondo Bankitalia – sono diminuiti dell’ 1% (-0,1% i finanziamenti alle famiglie, e -2,9% quelli alle imprese). Una situazione insostenibile, denunciano i consumatori, col Codacons che chiede di alzare la aliquote Irpef sui redditi sopra i 90 mila euro destinando questo reddito aggiuntivo ad aiutare chi è in difficoltà. La condizione delle famiglie si inserisce in un quadro economico nient’ affatto roseo. Nel terzo trimestre infatti il pil ha segnato una contrazione dello 0,2% rispetto al trimestre precedente e del 2,4% rispetto al 2011: la crescita acquisita per il 2012 è al -1,9%. Intanto ad ottobre la produzione industriale ha segnato la quattordicesima contrazione tendenziale consecutiva (-6,2%, e -1,1% in un mese), con la produzione di autoveicoli in profondo rosso (-26,8%). E il Centro studi di Confindustria prevede per novembre un nuovo calo congiunturale della produzione (-0,6%), con un acuirsi (al -24,8%) della distanza dal picco di attività pre-crisi e delinea per il quarto trimestre 2012 «un significativo arretramento». Ga. Be. 11/12/2012.
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