ALLARME CARNE INFETTA
MUCCA PAZZA NON E` FINITA! I CONSUMATORI AVEVANO LANCIATO L`ALLARME DA OLTRE UN ANNO E MIGLIAIA DI ANIMALI SONO STATI ILLECITAMENTE VENDUTI AI CONSUMATORI
CHIESTA LA CANCELLAZIONE DEI VETERINARI INCRIMINATI DALL`ALBO
Dossier `Mucca Pazza` del Codacons
E? ancora allarme sulle tavole italiane. La notizia dei macelli abusivi scovati in Campania, ma soprattutto la certezza che questi trattassero bestiame gravemente ammalato, getta di nuovo un?ombra scura sulla sicurezza alimentare nel nostro paese.
Gli stessi Nas, le cui indagini hanno portato all?arresto di 37 persone, tra cui 8 veterinari, parlano di bovini affetti da Bse, tubercolosi, lingua blu, ecc.
Quale percorso hanno seguito le carni pericolose macellate clandestinamente? Su quali tavole sono finite? Cosa rischia chi le ha mangiate?
L?Intesa dei consumatori interviene oggi sulla questione chiedendo formalmente ai Nas che hanno curato l?operazione, di rendere pubbliche le zone di diffusione delle carni malate e i centri commerciali di commercializzazione delle carni infette, in modo tale da allertare, i cittadini che abbiano acquistato carni pericolose, cosicchè ognuno possa scegliere, coscientemente, di effettuare tutte le analisi del caso.
L?Intesa chiede anche di sapere quanti capi malati siano stati immessi sul mercato e da quanti anni i 37 arrestati avessero messo in piedi l?attività abusiva.
L?Intesa dei consumatori, inoltre, ha dato mandato all?Avv. Giuseppe Ursini per costituirsi parte civile nella vicenda che interessa una sfera assai ampia di consumatori, e chiede la cancellazione a vita dall?albo per quei veterinari che, con il loro comportamento scellerato, mettono in pericolo la salute di parecchie persone.
Il pericolo Mucca pazza quindi è tutt?altro che finito. Da oltre un anno le associazioni dei consumatori denunciano come sia necessario tenere alta la guardia, soprattutto perché il giro clandestino di carni è più che mai attivo. Lo dimostrano le indagini delle forze dell?ordine che di frequente scovano macelli fuori legge sparsi su tutta la penisola, nonché gravi violazioni delle norme anti-bse che, purtroppo, impongono la massima attenzione da parte dei consumatori.
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