15 Febbraio 2019

Alitalia, Di Maio: “Quote Fs e Mef oltre il 50%”

ROMA- Durissima reazione del Codacons contro il Vicepremier Luigi Di Maio che ha annunciato ieri l’ intenzione del Governo di far partecipare lo Stato e Fs alla nuova società Alitalia con quote anche superiori al 50%, nella direzione di una possibile partnership con Delta ed easyJet. “Non accetteremo che nemmeno un euro dei soldi della collettività sia utilizzato a fondo perduto per salvare Alitalia, e siamo pronti ad impugnare al Tar e alla Commissione Europea qualsiasi atto del Governo che vada in tale direzione -afferma il Presidente Carlo Rienzi-. Già l’ ingresso delle Ferrovie nella compagnia aerea arrecherà un danno abnorme agli utenti, attra verso un azzeramento della concorrenza tra treni e aerei su numerose tratte, a partire dalla Roma -Milano, e un rincaro delle tariffe”. “Se lo Stato, attraverso il Tesoro, do vesse mettere altri soldi pubblici nella compagnia di bandiera, il conto per i cittadini diverrebbe astronomico -prosegue Rienzi-. Ad oggi Alitalia è costata, tra salvataggi, prestiti e altri interventi pubblici, la bellezza di 8,6 miliardi di euro solo negli ultimi dieci anni, un conto pari a 358 euro a famiglia: è come se ogni singolo italiano, neonati compresi, avesse sborsato 143 euro di tasca propria per il salvataggio della compagnia aerea”. Di Maio ha assicurato che Alitalia non sarà né ridimensionata né svenduta. e aggiunge: “Quando parliamo di operazione di mercato parliamo di partner privati. La presenza del Mef e di Fs garantisce la salvaguardia dei livelli 1 occupazionali e evita licenziamenti, questo per garantire una strategia per Alitalia e non svenderla”. Il nuovo piano industriale verrà presentato entro il 31 marzo ma secondo il leader della Cigl, Maurizio Landini, è una data troppo lontana: “Bisogna accelerare i tempi”. Landini ha quindi incalzato sulla necessità di un coinvolgimento e di un confronto dei sindacati nella fase di predisposizione del piano. “Non ci possiamo trovare -ha ammonito- di fronte a un pacco già definito e confezionato. E il governo, nella sede del Mise, deve farsi garante di questo confronto con tutti i soggetti coinvolti”.

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