13 Dicembre 2013

Alitalia, condannata “l’ armata Brancaleone”

Alitalia, condannata “l’ armata Brancaleone”

Tutti condannati. Non poteva finire diversamente l’ incredibile pasticcio della cordata di “patrioti” partita all’ assalto dell’ Alitalia nell’ agosto 2007 e respinta con perdita nel dicembre successivo. A uscirne indenne è stato soltanto Berlusconi, che pure aveva fortemente sponsorizzato l’ iniziativa tesa a sbaragliare l’ Air France nella trattativa di acquisizione della compagnia di bandiera avviata dal governo Prodi, nessuna prova di “insider trading” da parte sua. Ma per l’ ex presidente della Consulta Antonio Baldassarre e per l’ ex manager di Autostrade Giancarlo Elia Valori la condanna per aggiotaggio è stata per entrambi di due anni di reclusione. Unica concessione: la sospensione condizionale della pena sia pure condizionata dal risarcimento del danno entro tre mesi per 300 mila euro inflitti con multa. Pene più lievi per gli altri due imputati, Claudio Prati e Danilo Dini, ex consulenti di Sviluppo del Mediterraneo, di fatto stretti collaboratori di Elia Valori su cui ricadeva il compito di individuare i soggetti investitori disposti a seguire Baldassarre nella scalata. Certamente non ha giovato a Baldassarre ed Elia Valori aver giocato allo scaricabarile fino alla clamorosa lite in aula che indusse il pm Francesca Loi a revocare la richiesta di archiviazione nei confronti dell’ ex presidente delle Autostrade e della Sme, incarichi che vanno ad aggiungersi ai tanti che ha collezionato nella sua lunga carriera, ricca di successi ma anche di capitoli oscuri. AMICO di Mino Pecorelli e del dittatore rumeno Ceausescu, Elia Valori è forse l’ unico piduista a poter vantare di essere stato espulso dalla loggia di Gelli (ma c’ è chi lo accusa di averne fondata un’ altra più potente). L’ ex presidente della Corte costituzionale non ci stava a fare da capro espiatorio: “Le riunioni si svolgevano negli uffici della società Sviluppo Mediterraneo, intestata a Elia Valori e a occuparsi di tutto erano i suo collaboratori, tanto per dire chi fosse il capo delle cordata”. Quale l’ obiettivo del manager? “Accondiscendeva a Berlusconi per diventare presidente dell’ Alitalia”. È finita male per tutti e due. Una delle accuse più gravi per il giurista Baldassarre è quella di aver prodotto nell’ offerta di acquisto documenti falsi: uno del 23 ottobre 2007 indicava un finanziamento da 500 milioni da parte della società Lovaerive che faceva parte della cordata. Soddisfatta la pubblica accusa, anche se il pm Loi aveva chiesto condanne più pesanti: 4 anni per Baldassarre e Valori, 2 anni e 8 mesi per i collaboratori. Nella requisitoria aveva sostenuto che “dietro l’ Opa lanciata da Alitalia c’ erano società decotte, inattive o addirittura inesistenti”. Ma anche: “Baldassarre mentì sulla solidità finanziaria dei componenti della cordata e sull’ impegno economico delle singole società coinvolte diffondendo volutamente notizie non vere”. Anzi: “Mentì spudoratamente ai pm e al gup, in dibattimento, alla Consob e ai giornalisti cui dava false notizie”. Quanto a Elia Valori viene evidenziato il ruolo “di manovratore occulto, preoccupato di non comparire in prima persona”. Tutti annunciano ricorso, insorge l’ avvocato Caizza, difensore di Valori: “L’ entità della pena inflitta dimostra che il primo a non credere alla fondatezza dell’ accusa è stato il Tribunale”. A beneficiare del risarcimento sono stati ammessi la Consob, il Codacons e la Federconsorzi Campania, oltre a 1700 persone tra investitori, piccoli azionisti e operai della vecchia Alitalia che nella bagarre hanno perso il lavoro.
di rita di giovacchino

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