Alitalia, British Airways: «Poste, è aiuto di Stato»
FIUMICINO La spada di Damocle degli aiuti di stato incombe sull’ operazione Poste-Alitalia. Mentre i soci erano riuniti in assemblea per varare l’ aumento di capitale da 300 milioni, il concorrente British Airways e la stampa estera si sono scagliati contro il governo italiano denunciando un ritorno al protezionismo. Il governo ha respinto le accusa, ma Bruxelles ha fatto sapere che «solo dopo la notifica delle misure adottate saremo in grado di valutare la loro compatibilità con le norme Ue sugli aiuti di Stato». «Ci aspettiamo che la Commissione europea intervenga per sospendere questo aiuto manifestamente illegale», aveva afferma Iag, holding che controlla British Airways, Iberia e Vueling: «Siamo sempre stati contrari a ogni forma di aiuto statale. È protezionismo, mina la competizione e favorisce quelle compagnie aeree in fallimento che non sono al passo con la realtà economica». E sempre ieri anche il Codacons ha inviato un esposto alla Commissione Ue denunciando il coinvolgimento di Poste Italiane spa come illegittimo aiuto di stato. Un’ accusa simile è arrivata dal Financial Times , secondo il quale a Roma «il protezionismo industriale è tornato di moda». Immediata la replica di Palazzo Chigi, che ha precisato: «Non è protezionismo, ma il contrario», è un’ operazione «per arrivare a negoziare la fusione con un partner internazionale in condizione di spuntare risultati positivi». Intanto, a Fiumicino i soci a tarda sera erano ancora riuniti per varare l’ aumento di capitale. È probabile che, visto il via libera del cda dell’ 11 ottobre, con l’ ok anche di Air France, l’ assemblea di ieri nella notte abbia approvato l’ aumento. Poi i soci avranno tempo fino al 14 novembre per decidere se e in che misura sottoscriverlo. Sull’ operazione pende l’ incognita Air France-Klm: il primo azionista di Alitalia, che dovrebbe versare 75 milioni di euro, detta da tempo «rigide condizioni» su debito, rotte e costo del lavoro e secondo indiscrezioni potrebbe aspettare fino all’ ultimo per decidere se aprire il portafoglio. Secondo gli analisti di Credit Suisse, comunque, gli investitori «non si sorprenderanno di fronte alla volontà di Air France di investire ancora in Alitalia», però «è necessario che un aumento di capitale porti a una ristrutturazione di successo». Il ruolo dei francesi in Alitalia, intanto, continua a far discutere. Per Raffaele Bonanni, leader della Cisl, «ci vuole un alleato, bisogna ricostruire Alitalia ma non credo che i francesi di Air France facciano al caso nostro perché loro vogliono solo il loro hub. Con loro andremmo in ulteriore default; meglio allearsi con i tedeschi oppure con altre compagnie di altre realtà regionali». Ma i vettori europei sembrano poco interessati. Lufthansa «non prevede attualmente investimenti in altre compagnie. E questo comprende anche Alitalia». Anche British Airways e la russa Aeroflot ribadiscono di non essere interessate alla compagnia italiana. Critico sull’ operazione Poste l’ ex premier e presidente di Scelta Civica Mario Monti, che ha definito «curioso l’ intervento di capitale pubblico attraverso le Poste»: meglio «non ripetere gli errori del passato», ha suggerito, evitando formule da «colbertismo de noantri».
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