6 Giugno 2006

Alimentazione/ Contro il carovita torna in voga il pranzo al sacco

Contro il carovita torna in voga il pranzo al sacco Lunedí 05.06.2006 15:08 Pausa pranzo? Un salasso. Che sia al ristorante o al bar, è decisamente sulla via del tramonto. Per mangiare qualcosa di sostanzioso in un esercizio pubblico secondo i calcoli di Intesa consumatori, che riunisce le maggiori associazioni a tutela dei consumatori, Adoc, Adusbef, Codacons e Federconsumatori, la pausa pranzo è diventata un vero e proprio lusso durante il quale gli italiani spendono l`83% in più rispetto al 2001, prima dell`avvento dell`euro. Non c`è da stupirsi se ora sono molti gli impiegati che si rivolgono al pranzo al sacco. In altre parole si torna alla “schiscetta“, come dicono i milanesi, magari da gustare insieme ai colleghi in qualche parte tranquilla dell`ufficio o semplicemente alla propria scrivania, dopo aver fatto un po` di spazio tra documenti e computer. Lo rivela uno studio condotto dal Cna, consorzio nazionale per il recupero dell`acciaio, che promuove da anni questo tipo di ricerche sociologiche al fine di sensibilizzare l`utenza alla raccolta differenziata. I dati dei rincari eloquenti: la pizza margherita costa il 109% in più e il tramezzino del bar ha subito un rincaro 96%, come anche una bottiglietta d`acqua. E non andrebbe certo meglio se si dovesse optare per un refrigerante cono gelato che regalerebbe più che altro `una doccia fredda`, visto che il suo prezzo è aumentato del 96%. Per affrontare la pausa pranzo ci si arma dunque di termos, sacchetti e contenitori, con qualche manicaretto preparato a casa. Ma quali sono i gusti degli italiani sul lavoro? Al primo posto, con il 25 % di preferenze, si trovano preparati domestici come pasta e riso, che, il 22% degli intervistati, ha dichiarato di portare in ufficio dentro scatolette di acciaio e banda stagnata. Con il 18 % di preferenze, si trovano al terzo posto i cibi precotti da riscaldare a microonde ed al quarto, con il 13,5 % di preferenze, i panini ed i tramezzini. Tra i cibi in scatola che vanno per la maggiore si trovano la carne abbinata all`insalata, 31 %, il tonno con i pomodori, 27 %, le insalatissime con i crackers, 14 %, e le scatolette di piselli o mais con riso, 11 %. Ma poi i rifiuti dove fanno a finire? Ed è appunto poer rispondere a questa domanda che il Cna ha promosso quest`indagine. “L`obiettivo di quest`indagine condotta su un campione di 1000 impiegati di piccole e medie imprese – ha spiegato Giuseppe Russo, procuratore del Cna, all`Adnkronos – era quello di sapere quali tipologie di cibo vengono consumate nell`ambito della pausa pranzo in ufficio e quale può essere la produzione di materiale reciclabile negli ambiti professionali. Nelle case degli italiani la raccolta differenziata è già organizzata – ha spiegato Russo – e quindi la motivazione della ricerca era quella di individuare la problematica d`ufficio. Per fare questo dovevamo prima sapere se questo consumo d`ufficio esistesse realmente ed ora sappiamo che, sì, esiste“. “Bisogna ricordarsi – ha continuato Giuseppe Russo – che il nostro non è stato un sondaggio, bensì un`indagine di costume, da cui si è rilevato un folle incremento dei pasti consumati in ufficio. Ma i posti di lavoro non sono attrezzati per la raccolta differenziata. Quindi – ha concluso Russo – in futuro, si procederà per organizzare la raccolta differenziata negli uffici“.

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