Alcol e dipendenze: pressing a tutto campo
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fonte:
- Corriere Romagna
Bloccate iniziative giudicate diseducative «Serve una cultura di lotta a tutti gli abusi» LETTURE PER L’ IMPOSSIBILE
CESENA. «Passano gli anni, cambiano luoghi e denominazioni, ma il problema resta: qualcuno cerca di giocare economicamente sull’ alcool e sul consumo non sempre consapevole che ne fanno tanti, fingendo che si tratti di un gioco». E’ la dura riflessione del sindaco Paolo Lucchi e dell’ assessore ai Servizi alle persone Simona Benedetti, che dichiarano apertamente guerra a questa dipendenza, così come ad altre, sempre più preoccupanti. Il consumo eccessivo di sostanze come gli alcolici e le droghe, così come altri fenomeni come la ludopatia, sono diventate ormai emergenze sanitarie e sociali un po’ ovunque, compreso il territorio cesenate. Lucchi e Bendetti puntano la lente su questi problemi, dopo avere saputo che venerdì scorso erano state programmate a Forlì le “Olimpiadi Alcoliche”, che poi «per fortuna non si sono svolte». Ma fa notare che questa vicenda ha avuto «una eco anche nazionale, facendo letteralmente esplodere di sollecitazioni il Codacons, che senza troppi giri di parole aveva chiesto l’ arresto degli organizzatori dell’ evento». Insomma, è stata una storia poco edificante e di certo non positiva per l’ immagine del territorio. Tra l’ altro, non si tratta di un caso isolato. Il sindaco ricorda che anche a Cesena, nell’ ottobre 2013, capitò qualcosa di simile: era stato preannunciato un evento a cui era stato dato il nome di “Baratona”, che diceva già tutto, e in quella occasione – l’ amministrazione comunale lanciò un appello alle associazioni universitarie perché facessero il possibile per fermare l’ iniziativa. Invito che fu raccolto, e così l’ iniziativa saltò. Per sottolineare quanto sia grave la piaga dell’ abuso di alcol, Lucchi snocciolano alcuni numeri impressionanti: «Secondo i dati Espad, in Italia 2 milioni di studenti negli ultimi 12 mesi hanno bevuto almeno una volta alcol; il 55 per cento di loro lo ha fatto meno di dieci volte; quasi 400 mila, pari al 20 per cento, una volta al mese; per mezzo milione di ragazzi il consumo è stato invece ancora più assiduo, cioè 20 volte o più nel corso di un anno. Il Cnr ha inoltre dichiarato come “il consumo è sfacciato e visibile, anche se la legge vieta la vendita ai minori”. Una regola, questa, violata giorno e notte, altrimenti non staremmo qui a discuterne. Soprattutto – continua il primo cittadino cesenate – aumenta la quantità di «binge drinkers», ragazzi che bevono solo ogni tanto, ma quella volta bevono più di sei bicchieri. E cioè esagerano». E non sono certamente solo gli adolescenti ad essere minacciati da questo pericolo: «La nostra polizia municipale, che è sempre più impegnata negli alcol -test stradali, fa notare come coloro che guidano con un tasso di alcol troppo elevato, con la certezza, qualora vengano fermati, di vedersi sequestrare la patente e di incorrere in denunce, spesso siano collocabili nella fascia anagrafica degli “anta”». Ce n’ è abbastanza per fare dire che bisogna alzare la guardia, anche se qualche azione significativa è già stata messa in campo: «L’ amministrazione comunale – ricordano Lucchi e Bendetti – in collaborazione stretta con l’ Ausl, è attiva da anni nell’ ambito della prevenzione. Attraverso il progetto “Notti sicure”: i servizi presidiano le zone più frequentate del divertimento notturno, dispensando informazioni e comunicazioni di utilità sui rischi legati all’ abuso di alcool. E’ in fase di predisposizione, inoltre, il progetto di sensibilizzazione rivolto agli studenti cesenati sui pericoli correlati all’ assunzione di stupefacenti, av viato già nel corso dell’ estate, coinvolgendo i dirigenti scolastici della città». La vera sfida da vincere – concludono il sindaco e l’ assessore – è quella che si gioca sul piano “culturale”: «E’ sempre più evidente ed urgente la necessità di creare una vera e propria cultura di lotta agli abusi: non solo quelli relativi agli stupefacenti ed alle droghe in genere, ma anche quelli che paiono meno importanti, come l’ abuso di alcool o il gioco d’ azzardo patologico, che non possiamo sottovalutare».
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