Alchimie finanziarie e risarcimento danni per responsabilità contrattuale
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fonte:
- Cronache di Salerno
Quando sul finire del 2003 vennero a galla le magagne che si celavano dietro la Parmalat, un brand italiano dell’ agroalimentare che faceva invidia al mercato globale, il mondo ebbe, da subito, la percezione che quelle operazioni finanziarie “taroccate” si sarebbero riverberate per anni sul sistema bancario e, soprattutto, sui piccoli risparmiatori. È stato così. Il sistema delle banche, in particolare i reparti – i cosiddetti “professionisti nei box” – che direttamente si occupano di investimenti e di Borsa, hanno perduto ogni credibilità. Per scarsa capacità di prevedere – sembra si chiami lungimiranza -, per scarsa lucidità nella lettura dei dati tecnici, o forse per la necessità di rispondere ad ordini superiori, quindi con l’ urgenza di “spingere”, di collocare uno specifico prodotto, piuttosto che un altro, in un dato momento storico. Migliaia di piccoli risparmiatori hanno perso tutto, per anni hanno protestato, hanno fatto sentire il loro sdegno sui social o in manifestazioni pubbliche, hanno soprattutto compreso che affidarsi, quindi consegnare i risparmi ai professionisti dei box, postazioni di pochi metri quadrati che contengono il sogno di una plusvalenza veloce, non è scelta sempre assennata. A distanza di tredici anni dallo scoperta del più grande scandalo della storia dei mercati, i tribunali continuano ad occuparsi delle alchimie finanziarie elaborate nei laboratori di Collecchio, sotterfugi della finanza messi massicciamente in circolazione dagli istituti di credito per confondere le menti e alterare i valori. Un veleno letale che ha iniziato a fluire lentamente nelle arterie di un corpo sano. Il tribunale di Salerno è recentemente tornato ad occuparsi di quel “veleno” iniettato tra i tessuti dell’ economia: il bond Parmalat, ovvero il prodotto spazzatura per eccellenza. Il giudice dottor Iannicelli, con una sentenza resa lo scorso 3 agosto, ha accolto la domanda di tre risparmiatori salernitani, ha riconosciuto la responsabilità di una banca mediatrice, operante in ambito regionale, sostenendo che un istituto mediatore ha precisi obblighi anche nelle fasi successive alla conclusione del cosiddetto contratto -quadro, il primo atto formale tra la banca e il risparmiatore. Il tribunale salernitano ha posto l’ attenzione sui comportamenti che la banca intermediaria deve osservare per ciascun ordine di negoziazione impartito dal singolo investitore, quindi l’ obbligo di fornire informazioni adeguate sulla natura dell’ operazione, sui rischi e sulle implicazioni della stessa, l’ obbligo di informazione sul conflitto di interesse, l’ obbligo di astenersi dall’ effettuare operazioni non adeguate, infine l’ impegno di informare in caso di perdite superiori alla percentuale prevista. La nota informativa presentata dalla banca è stato considerata documento successivo all’ operazione, non idoneo a provare che ai tre risparmiatori siano state fornite, prima della mediazione, informazioni specifiche sulla natura e sui rischi dei bonds Parmalat, né informazioni chiare sul conflitto di interesse per essere la banca anche il soggetto venditore del titolo. Un altro aspetto interessante è stato messo in evidenza dal giudice: la banca ha l’ obbligo di verificare se l’ operazione corrisponde al profilo del cliente e deve quindi astenersi dall’ effettuare l’ operazione non adeguata, verifiche non operate nel caso analizzato. Infine la banca è stata bacchettata per il Potete contattare il CODACONS e lasciare un commento ai nostri articoli all’ indirizzo: [email protected] mancato avvertimento ai risparmiatori salernitani sulle perdite significative del valore dei titoli. Ne è seguita la condanna dell’ istituto al risarcimento danni per responsabilità contrattuale. Oltre un decennio fa migliaia di piccoli investitori uscirono con le ossa rotte a causa della politica scellerata di dirigenti aziendali che preferirono il gioco d’ azzardo e il guadagno facile al dosaggio del lattosio coi fermenti lattici. Chi aveva investito in azioni prima del crac ha perso praticamente tutto, agli obbligazionisti, invece, pensò il commissario straordinario Enrico Bondi che dopo la bancarotta ha distribuito le azioni della nuova Parmalat ritornata in Borsa, in cambio dei bond da macero. Quindi chi aveva comprato obbligazioni, un investimento prudente, si è trasformato in un giocatore di Borsa. I pochi che hanno creduto nella giustizia l’ hanno trovata.
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