5 Settembre 2007

Al Tar è giallo sul sì di Prodi alla base Usa

CASO DAL MOLIN. La battaglia legale accende ancora una volta i riflettori sul “via libera“ di Roma a Washington
Al Tar è giallo sul sì di Prodi alla base Usa

di Gian Marco Mancassola Si tinge di giallo la battaglia legale sul Dal Molin che si è aperta ieri al Tar del Veneto. La prima udienza ha segnato un nulla di fatto, per l`assenza del pomo della discordia: quel via libera che Roma ha concesso a Washington per avviare il cantiere della Ederle 2 al Dal Molin. Lo denuncia il Codacons, principale attore del ricorso spalleggiato dall`Ecoistituto Veneto. In una nota diramata al termine dell`udienza, l`associazione dei consumatori segnala come l`avvocato dello Stato Daniela Salmini abbia dichiarato che “il presidente del Consiglio dei ministri non ha rilasciato alcun nulla osta a favore della costruzione del nuovo insediamento americano. Si legge testualmente nell`atto depositato questa mattina dinanzi ai giudici: “Non risulta l`adozione da parte del presidente del Consiglio dei ministri di un nulla osta o di un provvedimento di analogo contenuto““. Il Codacons non esita a bollare l`episodio definendolo una “clamorosa svolta“. “Di fronte a questa stupefacente dichiarazione non è restato altro ai ricorrenti che chiedere un rinvio della causa per acquisire i documenti sulla base dei quali sarebbe in corso addirittura un appalto milionario“, afferma il presidente del Codacons Carlo Rienzi. In realtà, la dinamica degli eventi appare il consueto gioco di cavilli e finezze a cui la telenovela del Dal Molin ha da tempo abituato, tanto che Giancarlo Albera, portavoce del Coordinamento dei comitati del No, abbozza: “C`era da aspettarselo, non sono per nulla sorpreso. In tutta questa storia non siamo mai riusciti ad avere le carte, per questo si è deciso di rivolgersi al Tar“. Un nuovo ricorso è stato notificato ieri mattina e un terzo è in arrivo a cura del collegio degli avvocati che stanno tutelando il fronte del No. “Sorprende – conclude il Codacons – anche la presa di posizione assunta dalla Regione Veneto, il cui presidente, Giancarlo Galan, ha chiesto che “il ricorso del Codacons e dei cittadini vicentini sia dichiarato irricevibile, inammissibile, improponibile, improcedibile e, in via subordinata, respinto perché infondato“. Ma la cosa che ha lasciato più di tutte di stucco è che sia Prodi che Galan hanno chiesto la condanna alle spese dei cittadini“.

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