15 Ottobre 2013

«Aiuti di Stato ad Alitalia»

«Aiuti di Stato ad Alitalia»

La spada di Damocle degli aiuti di Stato sull’ operazione Poste-Alitalia. Mentre i soci sono riuniti in assemblea per varare l’ aumento di capitale da 300 milioni, il concorrente British Airways e la stampa estera si scagliano contro il governo italiano denunciando un ritorno al protezionismo. L’ esecutivo rimanda al mittente. Ma Bruxelles fa sapere che «solo dopo la notifica delle misure adottate saremo in grado di valutare la loro compatibilità con le norme Ue sugli aiuti di Stato». «Ci aspettiamo che la Commissione europea intervenga per sospendere questo aiuto manifestamente illegale», afferma Iag, la holding che controlla British Airways, Iberia e Vueling: «Siamo sempre stati contrari a ogni forma di aiuto statale. È protezionismo, mina la competizione e favorisce quelle compagnie aeree in fallimento che non sono al passo con la realtà economica». E sempre ieri anche il Codacons ha inviato un esposto alla Commissione Ue denunciando il coinvolgimento di Poste Italiane come illegittimo aiuto di Stato.LE ACCUSE Un’ accusa simile arriva dal Financial Times, secondo cui a Roma «il protezionismo industriale è tornato di moda». Immediata la replica di Palazzo Chigi, che chiarisce: «Non è protezionismo, ma il contrario», è un’ operazione «per arrivare a negoziare la fusione con un partner internazionale».Intanto, a Fiumicino i soci sono stati riuniti fino a notte tarda per varare l’ aumento di capitale. È probabile che, visto il via libera del cda dell’ 11 ottobre, con l’ ok anche di Air France, l’ assemblea approvi l’ aumento. Ma poi comunque i soci avranno un mese di tempo (fino al 14 novembre) per decidere se e in che misura sottoscriverlo. Sull’ operazione pende l’ incognita di Air France-Klm: il primo azionista di Alitalia, che dovrebbe versare 75 milioni di euro, detta da tempo «rigide condizioni» (su debito, rotte e costo del lavoro) e potrebbe aspettare fino all’ ultimo per decidere se aprire la cassa.IL PIANO Secondo gli analisti di Credit Suisse, comunque, gli investitori «non si sorprenderanno di fronte alla volontà di Air France di investire ancora in Alitalia», però «è necessario che un aumento di capitale porti ad una ristrutturazione di successo». Il ruolo dei francesi in Alitalia, intanto, continua a far discutere. Per il leader della Cisl Raffaele Bonanni «ci vuole un alleato, bisogna ricostruire Alitalia ma non credo che i francesi di Air France facciano al caso nostro perché vogliono solo il loro hub. C’ è il rischio di un ulteriore default; meglio allearsi con i tedeschi oppure con altre compagnie». Ma i vettori europei sembrano poco interessati. Lufthansa «non prevede attualmente investimenti in altre compagnie». Anche British Airways e la russa Aeroflot ribadiscono di non essere interessate.

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