«Aiutateci a far emergere la verità sui metalli pesanti»
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- Il Quotidiano del Sud
ADRIANO GUARASCIO TARANTO – La Fiction “Svegliati amore mio” ha scosso le coscienze. Nel film con Sabrina Ferilli, pur senza citare espressamente Taranto, ci sono riferimenti a quanto accaduto negli ultimi anni nel capoluogo ionico a proposito dei danni da inquinamento ambientale. È per questo che l’associazione Peacelink ha scritto una lettera, firma del presidente Alessandro Marescotti, indirizzata ai due registi della miniserie, Simona Izzo e Ricky Tognazzi e alla protagonista Sabrina Ferilli. «Aiutateci a far emergere la verità – è l’appello di Peacelink – esiste uno studio che quantifica la concentrazione di metalli pesanti nel sangue di chi vive vicino alle varie Ghisal. Ma quello studio non è stato divulgato». «Nel marzo del 2018 – si legge nella lettera – arrivarono a Taranto degli esperti per uno studio epidemiologico senza precedenti». «Cercavano volontari per effettuare un controllo dei metalli pesanti nel sangue. Aiutammo gli esperti a cercare i donatori. Ma lo dovemmo fare senza clamore perché lo studio era terribilmente dettagliato, scendeva in profondità e poteva essere bloccato dall’alto «E allora – scrive Peacelink – venne organizzato un efficiente gruppo WhatsApp che lavorò in silenzio, giorno dopo giorno, nella ricerca di volontari che rispondessero alle specifiche del campione statistico richiesto». «Ad ogni volontario – spiega la lettera – vennero prelevare 19 fiale di sangue. La ricerca mirava alla “determinazione metalli in traccia su siero”. Quella ricerca, condotta con tanta riservatezza, non riguardava solo Taranto ma mirava a mappare il sangue dei cittadini dell’Italia inquinata dai veleni, da Nord a Sud». «Ol- ai metalli pesanti – aggiunge Marescotti – la ricerca mirava a individuare le diossine, furani e i policlorobifenili. Sarebbero stati incrociati con i dati ambientali e con le fonti di quegli inquinanti». Quello che si chiede Peacelink ora è «Che è suc- dopo tre anni?» dato che «di quella ricerca non se ne è saputo più nulla. Nonostante le sollecitazioni, noi stessi che collaborammo per la buona riuscita dei prelievi siamo oggi di fronte al buio». «Simona, Ricky, Sabrina aiutateci» è l’appello disperato di Peaceelink. «La vostra notorietà in questo momento – conclude la lettera aperta – può fare la differenza. Battiamoci insieme per il diritto alla conoscenza. Nelle nostre vene sono entrati metalli pesanti e diossina, tutto questo mentre tanti politici erano indaffarati a fare altro. E, ora che vogliamo conoscere, è calato il silenzio». «”Svegliati amore mio” – dice Marescotti – ha scosso le coscienze ed è il momento per fare rumore tutti assieme per far emergere la verità e portare alla luce i dati di quello studio oggi inabissatosi nei silenzi». Sul caso dell’ex ieri è intervenuto il Codacons dopo il grave incidente negli impianti dove, secondo la denuncia dell’Usb un incendio sarebbe scoppiato nei forni dello stabilimento, per fortuna senza provocare morti e feriti. «Il Consiglio di Stato si legge in una nota – deve mettere fine alla strage dell’Ilva fermando l’area a caldo e confermando la sentenza di primo grado del Tar che aveva dato ragione al Comune». «Intanto – ha fatto sapere Codacons – due genitori di un bimbo morto a causa dell’inquinamento ambientale presentano ricorso alla Corte Europea dei diritti dell’uomo contro l’ordinanza del Consiglio di Stato che ha sospeso lo spegnimento dell’area a caldo»
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