22 Maggio 2001

Aeroporti deserti nel giorno degli scioperi

Aeroporti deserti nel giorno degli scioperi

Bloccati oltre 500 voli, disagi per chi arriva dall?estero

inviato a MALPENSA A Milano piove, non c?è un taxi, la mattina i mezzi pubblici non vanno per lo sciopero, i treni non bastano come sempre e ovviamente non si vola. Lunedì, maledetto lunedì per i viaggiatori messi in ginocchio da sette agitazioni solo negli aeroporti, dai controllori del traffico aereo a Fiumicino, dal personale Sea a Malpensa, da hostess e steward dell?Alitalia ovunque. Risultato: deserto dei Tartari a Malpensa, 150 metri di coda a Fiumicino, oltre il 20 per cento degli aerei a terra.
I più arrabbiati sono gli stranieri, gli unici a non sapere dell?agitazione. Agli italiani è andata meglio: il tam-tam dei mezzi di comunicazione e il numero verde dell?Alitalia hanno fatto miracoli. Un miracolo, ecco che cosa vorrebbero i tre pugliesi di ritorno da Cuba che non riescono ad arrivare a Bari, e bussano agli uffici della compagnia di bandiera: «Non lamentatevi, se poi parlano male dell?Alitalia». O la signora bionda che si è fatta San Francisco-Malpensa in mezza giornata e impiegherà lo stesso tempo per arrivare a Pisa: «Ma si può?».

Si può sì. Roma, città eterna come la pazienza di chi non vola, tiene a terra Vic, che doveva tornare a Londra insieme alla fidanzata. Non parte neppure la comitiva di 38 pellegrini che pure era stata appena benedetta dal Santo Padre: dovevano andare a Boston, una metà di loro finisce su un volo per Detroit che è meglio di niente. Gli altri sperano nel volo AZ610 della sera per New York e nel Padreterno, il Dio dei cieli che ancora una volta lascia a terra i turisti. Come la compagnia che dovrebbe raggiungere Santo Domingo, e invece finisce a Madrid, poi forse a Parigi. Che non ha neanche il mare e per arrivare ai Caraibi c?è di mezzo un oceano.
A Fiumicino cancellano 247 voli su 441. A Malpensa 144 su 756. A Linate 59 su 283. A Torino Caselle 19 su 150, ma ben 14 per Fiumicino. A Bologna spariscono dai tabelloni 20 voli. A Palermo esattamente la metà. A Catania il 30 per cento. Sergio Cofferati della Cgil guarda alle regole e al male minore: «Gli scioperi erano stati programmati, le norme rispettate. E? più utile che le agitazioni vengano concentrate in una sola giornata, così si limitano i danni agli utenti». Giancarlo Elia Valori, presidente degli industriali di Roma e coordinatore del comitato per Fiumicino, chiede l?intervento del governo: «Che intervenga la nuova maggioranza per assicurare un adeguato livello di copertura dei servizi durante gli scioperi».
Tra sindacati, enti di controllo aeroportuali e associazioni di consumatori, scoppia intanto la solita guerra. Alla Filt-Cgil esultano: «Adesione al cento per cento. Lo sciopero è riuscito. La vertenza era aperta da mesi, nessun collegamento con il nuovo governo». All?Enav di Fiumicino smorzano gli entusiasmi: «Una sola adesione tra i controllori di volo». All?Enac, fanno i conti: «Una giornata come questa costa a compagnie e gestori aeroportuali almeno 60 miliardi. Per non parlare dei disagi». Mentre il Codacons se la prende con il ministro dei Trasporti: «Lo abbiamo denunciato. Di questi scioperi si sapeva da tempo. Non è stato fatto nulla per far fronte all?agitazione».
A dir la verità, una cosa è stata fatta. Ma dalle Ferrovie dello Stato. Che alle 16,30 fanno partire un treno speciale da Roma Termini a Milano Centrale. E chissà perché, non nella tratta contraria. Per il resto, sono storie di sempre: venti passeggeri impiegano 4 ore e mezzo per andare da Roma ad Alghero con un?altra compagnia, visto che il volo Alitalia AZ1541 era pure in overbooking. Cioè erano stati venduti più biglietti dei posti disponibili a bordo.
Poi c?è la cardiopatica arrivata ad Alghero ma senza bagagli, dove teneva tutti i suoi medicinali. O l?ottantacinquenne che resiste alla polizia che non voleva farlo salire a bordo di un volo per la Sardegna sempre da Fiumicino, visto che non era nella lista di quelli previsti per l?imbarco. E ci sono giapponesi, inglesi, tedeschi, francesi, che sconsolati si tiravano dietro i loro trolley alla ricerca di uno straccio di volo per Tokyo, Londra, Francoforte o Parigi da uno qualsiasi dei tanti scali italiani. Ma tutti i voli erano «cancelled», per questi sette scioperi in un colpo solo.
Alle cinque della sera, sia nel più grande scalo del Nord che nella capitale la situazione torna alla normalità. Non per i voli Alitalia, con le agitazioni dei piloti che vanno avanti fino alle 23. Non per gli assistenti di volo di Alitalia team, che incrociano le braccia fino alle 11 di questa mattina. Quando finisce l?ennesima giornata di passione dei viaggiatori, sempre più santi.

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