13 Febbraio 2021

Acqualatina a caccia dei morosi, no all’aiuto dei vigili urbani

No all’utilizzo della Polizia locale per assistere i tecnici di Acqualatina nel distacco di contatori di utenti morosi, mentre ora scoppia la grana su crediti superiori a due anni che potrebbero essere dichiarati prescritti. La frase sulla Polizia municipale sarà stralciata dalla proposta di delibera in esame alla prossima conferenza di sindaci, ma il gestore potrà comunque richiedere un eventuale supporto, finalizzato alla mera verbalizzazione della volontà dell’utente di non far accedere il personale al contatore, e solo per le prese stradali, non in casa. È una delle modifiche alla proposta di delibera sulle morosità prospettate ieri nel corso di una ampia seduta dell’Ufficio di presidenza, alla presenza di diversi sindaci. La delibera aveva sollevato molte polemiche nei sindaci, e nelle associazioni dei consumatori, nelle scorse settimane. Ieri è stato comunque precisato che il gestore potrebbe richiedere un supporto, anche della Polizia provinciale. «Sarà onere della società che interviene, richiedere o meno l’assistenza anche per la viabilità come già si fa», spiega il presidente della Provincia, Carlo Medici, con riferimento a autovetture poste in sosta davanti ai contatori, ad esempio. Ma il tema delle morosità è anche un altro: il fatto che vengano spalmate sulle bollette degli utenti che pagano: nel 2016, il gestore fece istanza per il riconoscimento delle morosità, e già per il 2016-19 ne fu riconosciuta una media del 9% annuo per 15 milioni di euro, che si è cominciato a caricare sulle bollette nel 2020, con un incremento del 3-4%; ora il gestore afferma che sarebbe salita a 33 milioni di euro, ovvero dal 9% al 13% annuo con un aumento delle tariffe, spalmato su 5 anni, dal 17% a calare fino all’11%. Per questo, secondo il dirigente, l’unico metodo per evitare le morosità è la riscossione coattiva, ma c’è un dato, che vale anche per la cifra da spalmare sulle bollette: «Prima deve essere valutato l’importo da riconoscere, ovvero quello che davvero il gestore non poteva recuperare. Si dovrà stornare quello che poteva recuperare e non l’ha fatto», spiega ancora Medici. Questo, perché la legge spiega come il gestore debba fare richiesta con precise modalità: il dirigente dovrà quindi chiedere spiegazioni, effettuare le valutazioni e potrebbe dichiarare l’inadempienza del gestore su questo: ogni credito, superiore a due anni, sarebbe infatti prescritto, facendo così stornare una decina di milioni di euro dal conto. Inoltre, secondo il ministero Economia e finanze (Mef) la riscossione coattiva, in caso di società partecipata pubblica, deve essere autorizzata dai Consigli comunali di ciascun Comune avente quote capitali. Inoltre, le procedure non toccherebbero comunque utenze fragili e protette. Dure le critiche delle associazioni dei consumatori: se Massimo Cusumano del Codacons ha contestato le modalità per l’emissione delle cartelle esattoriali, Luigi Coscione (Otuc) ha criticato le cifre della morosità che non sarebbero univoche, e anche il fatto che gran parte di questa è riferita a enti pubblici. Secondo punto è stato poi quello della fotografia dei mutui accesi da ogni singolo Comune: le amministrazioni non hanno ancora inviato le note di riscontro sulle rate versate, e sono stati quindi concessi altri giorni. La prossima conferenza dei sindaci sarà convocata entro febbraio.
An. Ap.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

Previous Next
Close
Test Caption
Test Description goes like this