Acqua all’ arsenico nel Lazio e in Trentino
-
fonte:
- l`Adige
VITERBO – Tre giorni ancora e il Lazio, in particolare la Tuscia ma anche 3 Comuni del Trentino, si troveranno ad affrontare una gravissima emergenza: quella idrica. Dal primo gennaio, secondo i dati più aggiornati resi noti dalle Asl, scatteranno le ordinanze di non potabilità dell’ acqua in 67 comuni laziali, 35 dei quali in provincia di Viterbo, 23 in quella di Roma e 9 a Latina. Resteranno così senza acqua potabile circa 650 mila persone, praticamente il 50% della popolazione della provincia di Viterbo. I residenti non solo non potranno bere l’ acqua dei rubinetti ma non potranno usarla nemmeno per cucinare, per lavarsi i denti e per fare il bucato. Ci sono poi altri 20 paesi laziali, per 150 mila abitanti, che rimarranno a secco a causa della presenza di fluoruri superiore a 1,5 microgrammi/litro. I centri che non potranno utilizzare l’ acqua sono quindi 87, per una popolazione complessiva di 800 mila abitanti. Sebbene in proporzioni minori, il problema arsenico si registra anche in Lombardia (6 comuni, 24 mila abitanti), Toscana (13 comuni, 71 mila abitanti) e in Trentino per il quale il Codacons segnala la zona Laste-Cantaghel di Trento, quella Gobbera di Canal San Bovo e Fierozzo. L’ associazione di tutela dei consumatori spiega che scade il 31 dicembre il termine per portare la quantità di arsenico entro i limiti di legge. Altrimenti i rubinetti saranno da chiudere. Il consiglio del Codacons ai consumatori è di chiedere con raccomandata agli uffici preposti i dati sull’ arsenico della propria acqua di casa. Se al 31 dicembre il problema non sarà stato risolto, a quanto assicura l’ associazione consumatori i titolari delle utenze potranno chiedere risarcimento di danni e riduzione della tariffa idrica.
-
Sezioni:
- Rassegna Stampa
-
Tags: acqua, Arsenico, tariffa idrica, tuscia