26 Aprile 2010

Accuse alla politica, plauso alla magistratura

 
Nel mirino il sindaco e gli esponenti della maggioranza. Il Codacons: «Saremo parte civile» 

 
 
Il sindaco Roberto Visentin non perde occasione di ripetere che il Comune è parte lesa nella vicenda dei cassoni per allargare le banchine del porto, che secondo la magistratura sono stati costruiti meno resistenti di quanto era stato concordato.
Partiti di opposizione e associazioni ambientaliste, tuttavia, prendono di mira proprio il primo cittadino, del quale chiedono le dimissioni, e non risparmiano duri attacchi nemmeno agli altri esponenti dei partiti di maggioranza, specie i più autorevoli. A cominciare da quelli che hanno organizzato la manifestazione di sabato mattina affinché i cassoni vengano portati via dalla Marina, per restituire alla città uno dei suoi luoghi più suggestivi, praticamente "murato" dall’estate del 2008. «Non abbiamo mai visto qualcuno manifestare contro se stesso», affermano Andrea La Monica dei Grilli Aretusei e padre Rosario Lo Bello, del Centro Studi "Davide contro Golia".
Oltre che col sindaco, La Monica e padre Lo Bello se la prendono con l’assessore regionale Titti Bufardeci perché ha sostenuto che le perizie di cui la magistratura ha reso noti i risultati sono state eseguite senza contraddittorio, che è poi la tesi difensiva della società appaltatrice. «Noi crediamo – affermano La Monica e padre Lo Bello – che non solo bisogna essere grati al procuratore capo Ugo Rossi e ai magistrati inquirenti per la loro azione investigativa che ridona alla nostra città un po’ di giustizia, ma che è necessario da parte dei nostri amministratori assumersi la responsabilità politica di tuta la vicenda. Peraltro è inconcepibile un attacco così squalificante della magistratura da parte di un assessore regionale».
E aggiungono: «Se questi cassoni fossero stati gettati a mare avremmo rischiato nei prossimi anni un tracollo della banchina e una probabile tragedia di civili, turisti e siracusani». E concludono: «Nell’ultimo anno abbiamo assistito a pericolosi progetti senza "valutazione ambientale strategica" (il riferimento è al villaggio turiostico di Terrauzza ndr.), a pareri non concessi entro i termini previsti dalla legge». E non mancano frecciate per le forze di opposizione: «Il Partito Democratico come al solito è coinvolto da affari interni allo stesso partito e non ha il tempo di occuparsi dei problemi della città».
Non meno tenera col sindaco Roberto Visentin è Italia dei Valori che solleva dubbi sul modo in cui ha gestito tutta la vicenda delle opere per allargare le banchine della Marina. Gaetano Gibellino, coordinatore cittadino di Italia dei Valori, sottolinea la gravità delle cose emerse dall’inchiesta della magistratura. Si chiede quali disastri si sarebbero potuti verificare nel caso in cui le strutture costruite non a regola d’arte avessero improvvisamente ceduto. E conclude sollecitando la rimozione dei cassoni dalla Marina «per verificare se le condizioni in cui troveremo la attuale banchina dopo più di due anni di utilizzo improprio non possa introdurre un nuovo capitolo di difficoltà nella fruizione pubblica».
C’è anche l’associazione dei consumatori Codacons che fa sentire la propria voce. Il segretario nazionale Francesco Tanasi e il direttore dell’ufficio legale dell’associazione Isabella Altana chiedono alla Procura di proseguire «nella direzione della verità, verificando le varie responsabilità». E aggiungono: «È necessario capire, a questo punto, chi, anni addietro, ha posizionato questi cassoni alla marina, accertando quindi le ipotesi di reato per danneggiamento e inquinamento ambientale».
Tanasi e Altana sostengono che la rimozione dei blocchi di cemento armato deve avvenire senza alcun obbligo economico per le casse comunali, ma a totale carico della impresa appaltatrice. Concludono dicendo che il Codacons verificherà la possibilità di costituirsi parte civile in un eventuale processo. (s.c.)
 
 
 
 

 

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