23 Marzo 2001

Accordo per la professione unica tra le due categorie da sempre rivali

Accordo per la professione unica tra le due categorie da sempre rivali

Pace commercialisti-ragionieri

ROMA – Il risultato del sondaggio dell?Isvap sugli aumenti delle tariffe Rc auto annunciati dalle compagnie a partire da fine marzo, quando scadrà il blocco, scatena la bufera. Il quadro è molto variegato, ma in alcuni casi si arriva a rincari dell?ordine del 30%. Insomma, senza le briglie del blocco, le assicurazioni si riprendono con gli interessi quegli aumenti che l?anno scorso non ha potuto applicare. Al di là dei casi macroscopici siamo comunque generalmente ben lontani da quel range, tra il 2 e il 10%, anticipato dall?associazione delle assicurazioni (Ania) nelle scorse settimane.

Sono numeri che preoccupano il governo, che ha previsto un tasso di inflazione dell?1,7%. E che preoccupano le famiglie, che si sentono impotenti di fronte a richieste dalle quali non sanno come difendersi, visto che l?Rc auto è un?assicurazione obbligatoria. «Non si possono accettare gli aumenti come fatto compiuto- dice il presidente della Commissione Finanze della Camera, Giorgio Benvenuto- visti gli enormi rischi di un negativo impatto sull?inflazione». Benvenuto sottolinea la necessità di «un?iniziativa forte del governo e dell?Isvap».

Il diessino sottosegretario al Tesoro, Gianfranco Morgando, sollecita le compagnie a pensarci bene. «Per una corretta politica dei redditi, è opportuno che ognuno faccia la propria parte, assicurazioni comprese».

Il fatto è che il governo ha le armi spuntate. E? in scadenza, e non può andare oltre l?ordinaria amministrazione. C?è chi come Michele Giardiello, responsabile dei trasporti della direzione Ds sollecita «una proroga del blocco delle tariffe». E lo stesso fanno alcune associazioni dei consumatori.
Il 28 marzo tornerà a riunirsi al ministero del Lavoro il tavolo con i consumatori e l?Ania per andare avanti sulla strada del protocollo d?intesa che dovrebbe portare ad una modernizzazione del settore. In quella occasione Federconsumatori e diverse altre sigle chiederanno «che il governo decida un blocco reale ed effettivo delle tariffe».

Questa strada però sembra veramente in salita dopo che la commissione di Bruxelles, alla quale si è già rivolta l?Ania l?anno scorso sostenendo che il blocco rappresentava una turbativa della concorrenza, ha detto un secco no, chiedendo al governo di giustificarsi. La corrispondenza con il ministro Letta è stata nutrita. Il responsabile dell?Industria aveva fatto presente che in sette anni, dal momento della liberalizzazione delle tariffe, l?assicurazione obbligatoria era quasi raddoppiata. E che a numerose compagnie erano state comminate multe salate per un complessivi 700 miliardi, con l?accusa di aver fatto cartello. E a questo proposito ieri si è riunito in camera di Consiglio il Tar al quale le aziende multate si sono rivolte per impugnare il provvedimento antitrust. La prima sezione del tribunale amministrativo del Lazio ha sei giorni per decidere, e la discussione sembra sia stata molto accesa.

Gli argomenti di Letta non hanno fatto breccia nella netta contrarietà di Bruxelles ad interventi su prezzi che sono stati liberalizzati. Cosa fare allora? La strada scelta dal Ministero, e l?unica percorribile, è quella di aumentare la trasparenza del settore, per far sì che le regole della concorrenza spingano fuori mercato chi è meno competitivo. E? diventato legge l?obbligo per le compagnie di pubblicizzare i loro prezzi, e per renderli confrontabili di specificare le tariffe di nove “contratti tipo“. Letta avvierà una campagna del costo di 3 miliardi per comunicare al largo pubblico l?elenco delle compagnie con relativi prezzi, così si vedrà chi fa più bassi. E? stato anche introdotto il diritto di recesso senza preavviso nel caso vengano chiesti aumenti superiori al tasso programmato di inflazione. Nuove opportunità di cui il ministero dell?Industria, insieme all?Isvap, invita ad approfittare per scegliere il contratto più conveniente. «Invitiamo i consumatori a utilizzare il diritto di disdetta cambiando compagnia assicurativa quando verificano che gli aumenti applicati alle tariffe sono ingiustificati e superano la media del?inflazione», dice Letta.

Anche i consumatori sollecitano a non sentirsi ostaggi dei rincari.
Codacons e Adusbef spingono a «cambiare diligenza», cioè a disdettare tutte le polizze sottoscritte con la compagnia che effettuerà aumenti ingiustificati «per ottenere davvero un effetto deterrente».

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