Abruzzo/ Codacons: domani rivelazioni su vicenda sindaco
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fonte:
- TM News
A 5 anni dalla morte del sindaco di Roccaraso, Camillo Valentini, il Codacons ha organizzato una conferenza stampa che si terrà lunedì 7 settembre alle 11 nella sala del Consiglio comunale di Roccaraso, sia per commemorare il sindaco morto suicida in carcere il 16 agosto del 2004, al cui nome è stata chiesta l’intitolazione di una scuola, sia per fare il punto della situazione dopo 5 anni di indagini e processi che hanno portato ad accertare che tutte le accuse mosse per quella vicenda a decine di persone oltre Valentini, e che lo portarono alla morte in carcere, "erano tutte infondate e frutto delle denunce interessate di un costruttore senza scrupoli abruzzese ora indagato per corruzione". Denunce "finite con una serie continua di archiviazioni a carico degli indagati e costi immensi per lo Stato e per i contribuenti italiani". Durante la conferenza il presidente del Codacons, Carlo Rienzi, svelerà "errori, omissioni e ingiustizie di chi svolse le indagini che portarono il sindaco a suicidarsi in carcere, e farà il nome del vero artefice dell’intera operazione architettata per incastrare Valentini". L’inchiesta "Snow white" scoppiò a Roccaraso nell’estate del 2004. Al centro dell’inchiesta finì l’allora sindaco di Roccaraso Camillo Valentini (centrosinistra) che secondo gli inquirenti avrebbe estorto denaro e altri beni a imprenditori della zona in merito all’assegnazione di appalti per la realizzazione di lavori del Comune. Tra questi anche la realizzazione di alcune opere pubbliche legate alla candidatura di Roccaraso a ospitare una gara di Coppa del Mondo di sci. Valentini era stato chiamato a rispondere di corruzione, peculato, abuso d’ufficio, falso ideologico e truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche. Oltre a Valentini, l’inchiesta coinvolse altre 32 persone. Tra queste, l’ex assessore regionale al turismo Massimo Desiati, dell’assessore al Bilancio del Comune di Roccaraso, Gisella Valentini, il vice sindaco Giuseppe Di Virgilio, e due magistrati, il giudice del Consiglio di Stato Raffaele Maria De Lipsis e il capo della Procura di Sulmona, Giovanni Melogli (la cui posizione è stata stralciata e trasmessa per competenza territoriale a Campobasso), oltre a imprenditori e funzionari pubblici. Due giorni dopo l’arresto Valentini si tolse la vita nella sua cella, infilando sulla testa una busta di plastica, stretta al collo legandola con i lacci delle scarpe da tennis che indossava al momento dell’arresto.
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