2 Settembre 2010

Aboliti gli aumenti su autostrade e raccordi Il Consiglio di Stato conferma la sentenza del Tar del Lazio.

 Cna e Codacons: "E adesso subito i rimborsi"

DA ILTEMPO.COM

Porta chiusa al balzello, ma, vinta la prima battaglia, enti e associazioni dei consumatori (Codacons su tutti) vogliono vincere anche la seconda e definitiva chiedendo il rimborso di una gabella scattata su tutto il territorio nazionale il 1° luglio e rimasta in vigore fino al 29 luglio quando vi fu la sospensiva del Consiglio di Stato che bloccò gli aumenti. A livello abruzzese esulta la Provincia di Pescara, unica istituzione che ha avuto il coraggio di promuovere un’ azione contro una decisione del governo "amico", azione che invece Regione, Provincia e Comune di Chieti e Comune di Pescara non hanno svolto. Ora sul carro del vincitore Guerino Testa provano a salire anche coloro i quali non ne hanno alcun titolo, ma la realtà dei fatti non può essere mistificata. Il Codacons, per la verità, non si fida completamente e ritiene che "il governo potrebbe approvare un decreto con il quale bypassare persino il Consiglio di Stato, – avverte il presidente nazionale Carlo Rienzi -: è un rischio lontano, ma è sempre meglio stare con gli occhi aperti. Qualora il governo decidesse di andare avanti su questa strada, non esiteremmo a far annullare il decreto dalla Corte costituzionale e a denunciare i ministri che dovessero firmarlo". Non meno agguerrito Rienzi sui rimborsi, che il Codacons calcola sugli 8 milioni di euro: "La richiesta di risarcimento da parte dei consumatori partirà subito e se le somme non saranno restituite sollecitamente avvieremo una class-action". Sulla stessa lunghezza d’ onda la Cna Abruzzo, il cui presidente Italo Lupo ritiene importante "studiare le forme di rimborso dovute a quanti hanno pagato aumenti illegittimi". Nei prossimi giorni, la Cna formalizzerà le richieste di rimborso presentate dai propri associati alle società concessionarie delle autostrade: "Se il rimborso non verrà effettuato in tempi brevi – avverte Italo Lupo – saranno avviate tutte le iniziative previste da leggi e decreti attuativi per la promozione delle cosiddette class action dei cittadini nei confronti delle inadempienze della pubblica amministrazione: in sostanza, tutti gli interessati si costituiranno in giudizio in forma collettiva per veder riconosciute le proprie ragioni". Dulcis in fundo, ecco Guerino Testa, presidente della Provincia di Pescara, l’ unico che può rivendicare meriti politici per questo successo: "Oggi è una giornata storica – afferma – perché il Consiglio di Stato ha dato ragione al nostro ricorso (curato dall’ avvocato Giorgio Fraccastoro ndr) contro l’ aumento dei pedaggi autostradali previsto dalla manovra finanziaria. Siamo soddisfatti perché abbiamo deciso di avviare immediatamente questa battaglia su una tassa iniqua nonostante il ricorso comportasse andare contro il governo "amico". Tuttavia abbiamo ritenuto di procedere per tutelare gli interessi della collettività e, in particolare, dei tanti pendolari che ogni giorno percorrono l’ asse attrezzato per recarsi al lavoro. Il Consiglio di Stato, inoltre, aveva già espresso parere negativo alla richiesta di intervento da parte dell’ Anas e del Consiglio dei ministri sulla controversa vicenda". Non manca, da parte di Guerino Testa, una sottolineatura polemica: "Voglio ricordare – ha precisato – la solitudine della Provincia in questa battaglia: nessun ente, Comune o associazione ha ritenuto di dover affiancarci nel ricorso. Mentre un sincero ringraziamento va al Pdl regionale e provinciale perché hanno creduto nella necessità di agire a favore dei consumatori". Lo stesso Sospiri ha espresso un concetto che lascia spazio a legittimi dubbi: "Il Governo, nel mese appena trascorso, ci ha ascoltato e ha individuato, attraverso un decreto legge, le misure economiche alternative per garantire comunque all’ Anas le risorse necessarie per gli interventi programmati per la manutenzione ordinaria e straordinaria dell’ asse attrezzato, compensando il mancato introito dei pedaggi e senza gravare sugli utenti". Sospiri, però, non spiega quali sono le "misure alternative" per garantire all’ Anas i soldi necessari.
 

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