25 Settembre 2001

Abbonati e schedati

Abbonati e schedati
Non è fantascienza ma la sorte che potrebbe toccare a 500mila utenti “fissi“ del trasporto pubblico. La tessera magnetica contiene un microchip che registra ogni spostamento.


ROMA-Abbonati e schedati. E` il destino che si potrebbe prospettare ai 500 mila abbonati romani, che usano i mezzi pubblici. Da alcuni mesi, infatti, l`Atac ha cominciato a sostituire i vecchi abbonamenti cartacei con quelli di nuova generazione. Più evoluti ma sicuramente anche più impiccioni. Si tratta di una tessera, simile ad una carta di credito, munita di un apposito microchip, contenente tutti i dati personali dell`abbonato. Nome, cognome, codice fiscale, indirizzo, e così via. Entro il prossimo anno, secondo il presidente dell`Atac, Di Carlo, tutti e 500 mila gli abbonati avranno sostituto la vecchia tessera cartacea con la card ultra-evoluta.


Cosa cambia per l`utente dei mezzi pubblici? Rispetto ai vecchi titoli, che venivano esibiti al personale di controllo, queste card sono lette dalle obliteratrici sistemate nelle stazioni della metropolitana o sugli autobus. Mentre, però, in passato oltre al timbro della macchinette, non c`era nient`altro, adesso le obliteratrici della Erg Motorola (in tutto sono 7900) hanno delle potenzialità decisamente preoccupanti. Tecnicamente, infatti, sono in grado di registrare tutti gli spostamenti che un abbonato ha effettuato nell`arco della giornata.


Un particolare che è stato confermato dallo stesso presidente dell`Atac, Mario Di Carlo. “Non abbiamo alcuna intenzione di schedare gli utenti – ha detto il presidente – Dal punto di vista tecnico, comunque, potremmo riuscire a risalire agli spostamenti degli utenti“. Ma questa possibilità offerta dalla tecnologia all`azienda dei trasporti, non piace all`associazione dei consumatori Codacons, che presenterà sull`argomento un esposto al garante sulla privacy. “Chiederemo di verificare se queste macchinette schedino veramente gli abbonati“, ha detto il presidente dell`associazione, Carlo Rienzi. “In ogni caso non capiamo perché l`azienda dei trasporti – ha continuato il presidente del Codacons – non abbia chiesto un parere preventivo allo stesso garante. Una procedura che dovrebbe essere d`obbligo per l`attivazione dei dispositivi e dei sistemi che possono avere dei riflessi sulla privacy dei cittadini“.

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