A rischio anche pasta, formaggio e birra
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fonte:
- La Nuova Sardegna
Il Codancons locale spiega quali sono i prodotti soggetti a rincari
SASSARI. Caro euro sì, caro euro no. Non c`è risposta univoca, da una parte i commercianti che confermano lievi aumenti dei prezzi negando però la responsabilità del passaggio alla nuova moneta, e dall`altra le associazioni per la difesa dei consumatori che ormai quotidianamente denunciano irregolarità e intraprendono battaglie a suon di scioperi della spesa o di campagne di trasparenza dei prezzi. Al centro i consumatori che, all`atto di fare la spesa, si ritrovano conti più pesanti e tasche più leggere.
Tra aumenti e arrotondamenti i prezzi hanno subito brusche impennate, mentre gli stipendi sono stati convertiti al centesimo, senza arrotondamenti. Prodotti alimentari e ortofrutticoli sembrerebbero essere in cima alla classifica degli aumenti più massicci, ma nella lista si trovano su posizioni alte anche articoli di abbigliamento, calzature, libri e equipaggiamento per la scuola e addirittura farmaci. E se fino ad oggi i più colpiti dal fenomeno sono stati i consumatori, vittime anche dello strano meccanismo psicologico che fa convertire 1 euro con 1000 lire, ora a manifestare profonde preoccupazioni sembrano essere proprio i commercianti che stanno assorbendo l`onda di ritorno prodotta dal calo di fiducia da parte dei consumatori. I clienti infatti sono sempre più attenti a ciò che spendono: rimanendo fermo il budget e aumentando invece i prezzi, il taglio avviene nelle quantità e nella tipologia dei prodotti acquistati. Una frenata, dunque, che limita gli sprechi e l`acquisto dei prodotti più cari non compresi fra quelli di prima necessità. Purtroppo però, anche queste strategie dei consumatori vengono vanificate dalla discrepanza, in certi casi anche notevolmente evidente, dei prezzi sullo stesso prodotto. «Ormai quotidianamente – spiega Pina Zappetto, presidente regionale del Codacons – riceviamo anche su Sassari segnalazioni sull`aumento dei prezzi e sulle differenze che si possono riscontrare sui prezzi di uno stesso prodotto acquistato in negozi diversi. In particolare abbiamo verificato che i prodotti che hanno subito maggiore incremento sono alcune marche di pasta, di formaggio, di yogurt e di birra. Per esempio, per una lattina di birra si possono spendere 0,45 euro o 0,60 a seconda di dove la si acquista. Ancora, i consumatori si lamentano del rincaro di detersivi ed ammorbidenti e moltissime segnalazioni sono arrivate, con tanto di scontrini alla mano, per l`aumento sui prezzi dei farmaci. Altre categorie merceologiche che pesano sui conti dei consumatori sono quelle dell`abbigliamento, dei libri e di tutto l`occorrente per la scuola, dagli astucci ai diari. Il fatto che i commercianti siano preoccupati della crisi di fiducia che viene dai consumatori – continua Pina Zappetto – è il segno della profonda crisi che si sta attraversando da gennaio scorso con la doppia circolazione lira-euro e, successivamente, con l`esclusiva entrata in vigore della nuova moneta». L`impatto è aggravato dal fatto che molti commercianti non hanno tenuto l`importo in lire accanto a quello in euro, alimentando così la confusione dei consumatori. E poi, il potere d`acquisto della moneta in caduta libera, con stipendi rimasti invariati e prezzi eurogonfiati.
«Il Codacons insieme all`Adiconsum e alla Federconsumatori – conclude la presidente del Codacons – ha chiesto un incontro con il prefetto per discutere proprio delle problematiche legate all`aumento dei prezzi e per comunicarle al Cep, Comitato provinciale per l`Euro, che dovrebbe avere compito di monitorare e verificare le irregolarità esercitando anche il potere di inibitoria“.
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