30 Aprile 2020

«A Cortemaggiore e Besenzone lavorano nove parrucchieri abusivi»

Il protrarsi della chiusura dei centri estetici e parrucchieri, stabilita fino al prossimo primo giugno, ha messo in ginocchio la categoria, e rischia di non far più riaprire il 30% delle attività del settore. A peggiorare la situazione c’ è anche la questione dell’ aumento dell’ abusivismo che, oltre a danneggiare la categoria, è pericoloso sotto l’ aspetto della diffusione del contagio, non avendo nessun tipo di controllo. Sembra che nel territorio di Cortemaggiore e Besenzone operino abusivamente 9 persone a fronte di 10 regolari con partita iva che hanno sospeso le proprie attività. I titolari dei saloni di estetica e acconcia ture di Cortemaggiore e Besenzone hanno voluto rimarcare, con un comunicato congiunto la situazione. «Non mettiamo in discussione il criterio delle scelte fatte dalle istituzioni atte a garantire una riapertura progressiva a salvaguardia della salute dei cittadini. Mettiamo però in discussione la natura delle stesse, che forse sono state fatte senza un giusto confronto tecnico con la categoria. Accettiamo e condividiamo le procedure di prevenzione, nuove ma necessarie, e sarà nostra premura metterle in atto all’ interno dei nostri saloni. Molte delle precauzioni oggi suggerite erano già in atto nel pe riodo pre-covid-19. Tre mesi di chiusura sono troppi. Noi parrucchieri ed estetisti contribuiamo a generare positività nella società, facciamo sentire le persone più belle, regaliamo ottimismo. Permettiamo di aumentare l’ autostima individuale in un periodo in cui c’ è bisogno di affrontare una nuova difficile sfida. Oggi però subiamo anche la più clamorosa delle beffe. Le persone, per le ragioni sopra esposte, si rivolgono a clandestini che, noncuranti dell’ aspetto sanitario, forniscono un servizio abusivo a casa senza la benché minima precauzione per la tutela delle persone. Noi offriamo, nei nostri saloni, la giusta tutela sanitaria». Anche il sindaco di Cortemaggiore è intervenuto sulla questione: «La segnalazione che ci è pervenuta dalle attività commerciali regolari – ha spiegato Gabriele Girometta – questo fenomeno deve assolutamente interrompersi, anche perché è vietato dalla legge sia per morivi fisca li sia per quelli sanitari. Abbiamo avviato le indagini con la polizia locale che sanzioneranno chi si comporta in modo irregolare. Faccio un appello ai cittadini affinché si rivolgano a chiedere questi servizi a chi li offre in modo regolare». Nella stessa giornata di ieri la Codacons, il coordinamento delle as sociazioni per la difesa dei diritti dei consumatori, ha inviato una istanza al Governo, al Commissario Domenico Arcuri, all’ Istituto Superiore di Sanità e ai presidenti di tutte le Regioni italiane, chiedendo di adottare provvedimenti urgenti per consentire la riapertura anticipata di parrucchieri e centri estetici, e il ritorno all’ attività degli artigiani. «La scelta di poter tornare a operare dal 1 giugno – comunica Codacons – non appare giustificata dalle esigenze sanitarie legate al coronavirus, e che, anzi, rischia di produrre danni enormi sia in ambito economico che sanitario. Parrucchieri, centri estetici e artigiani potrebbero già dal 4 maggio riprendere le proprie attività con l’ utilizzo di dispositivi di protezione individuale. La ritardata ripresa di tali attività alimenterà abusivismo e lavoro e in nero».

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